Una nuova variante del coronavirus Sars-CoV-2, responsabile della pandemia di Covid-19, è stata scoperta in Tunisia. Le autorità del Paese rivierasco stanno compiendo attualmente dei test per verificarne la pericolosità e la contagiosità, ma intanto la vicina Algeria ha chiuso i valichi di frontiera e interrotto ogni collegamento. I primi casi sono stati rilevati nel governatorato di Tunisi, precisamente a Marsa e al Bardo. Il direttore dell’Istituto Pasteur di Tunisi, Hechmi Louzir, membro del comitato scientifico per la lotta al coronavirus, ha dichiarato ad “Agenzia Nova” che una delle due persone risultate positive alla nuova variante è deceduta. “Non siamo scientificamente sicuri che la morte sia legata alla contaminazione con questa nuova variante del Covid-19”, ha precisato Louzir, spiegando che la persona deceduta aveva circa 70 anni ed era affetta da malattie cardiovascolari e da diabete. Louzir ha aggiunto “l’altra persona contagiata è un adolescente di 17 anni che risulta essere asintomatico”.
Louzir ha precisato che la nuova variante rappresenta una mutazione del virus e che, come noto, cambia continuamente di giorno in giorno. Da qui l’importanza di fare più sequenziamento, seguito da un’indagine per scoprire le caratteristiche della mutazione del virus. “Non abbiamo informazioni sufficienti per determinare se si tratti di un nuovo ceppo o meno”, sostiene il direttore dell’Istituto Pasteur. “È necessario effettuare un’ulteriore indagine per conoscere l’origine di queste mutazioni”, ha precisato infine il direttore dell’Istituto Pasteur. Anis Klouz, membro del comitato scientifico per la lotta al Covid e amministratore delegato della Société des Industries Pharmaceutiques de Tunisie (Siphat), ha affermato ad “Agenzia Nova” che sono state scoperte mutazioni in alcuni geni del virus, ma è ancora prematuro parlare di una nuova variante come quella “inglese”, “sudafricana” o “brasiliana”. “La segmentazione genetica sta ancora continuando e stiamo cercando di completare l’analisi di tutti i geni del virus”, ha precisato. “Oggi siamo ancora in fase di diagnosi del tipo di mutazioni registrate. Per quanto riguarda questo tipo di virus, è abbastanza normale registrare mutazioni dopo lunghi periodi di propagazione, ed è quello che è successo in Tunisia dopo aver visto nell’ultimo periodo una grande diffusione del Covid”, ha dichiarato.
Klouz ha sottolineato, a tal proposito, che le trasformazioni registrate non sono ancora paragonabili a quelle sviluppate nei ceppi britannico, brasiliano e sudafricano. Infatti le mutazioni più importanti nel virus sono la rapidità con cui l’agente patogeno mutato si diffonde e la gravità del suo impatto su coloro che ne sono stati infettati. “Ciò richiede una valutazione epidemiologica clinica, ed è difficile da ottenere perché il virus è stato riscontrato per ora solo in due persone, quindi le prove scientifiche sarebbero tutt’altro che affidabili”, ha osservato. Klouz ha precisato che è in preparazione un ulteriore studio sulle due persone nelle quali è stato scoperto il virus mutato e su altre persone potenzialmente infettate per determinare se hanno contratto o meno la mutazione. “Pertanto, è troppo presto per dire che le mutazioni hanno portato alla comparsa di un nuovo ceppo tunisino o ad altre complicazioni legate alla gravità e alla velocità di diffusione del virus”, ha dichiarato Klouz.
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