Il bilancio della Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea) presenta, nell’esercizio 2019, un utile pari a 405.561 euro (in incremento di 94.456 euro rispetto al 2018), principalmente dovuto all’aumento del valore della produzione e, in particolare, dei contributi da imprese, passati da 5.276 milioni del 2018 a 6.394 milioni del 2019 e dei ricavi per cessioni di prodotti e prestazioni, compresi quelli per i servizi alle imprese “energivore”. Anche il patrimonio netto registra un aumento e si attesta in misura pari a 100.547 mila euro, con un incremento rispetto al 2018 di 194 mila euro. E’ quanto emerge dalla Relazione sulla gestione finanziaria per l’esercizio 2019 della Csea approvata dalla Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti con delibera n. 19/2021. Durante l’esercizio, il Comitato di gestione dell’ente, scaduto nel 2018 a seguito delle dimissioni di due componenti, è stato sostituito dal Commissario, nominato dall’Arera che ha guidato l’ente fino alla ricostituzione del nuovo Comitato di gestione nel maggio 2020.
Nel corso dell’esercizio 2019, l’ente, vigilato dall’Arera e dal ministero dell’Economia e delle Finanze, ha continuato la mission istituzionale, volta alla riscossione degli oneri generali di sistema e di altre componenti tariffarie presenti nella bolletta dei servizi di somministrazione dell’energia elettrica, del gas e dei servizi idrici, nonché all’utilizzo per scopi pubblicistici degli stessi (tra cui sviluppo fonti rinnovabili dell’energia ed efficienza energetica; perequazioni generali e specifiche; ricerca di sistema elettrico nazionale; smantellamento in sicurezza delle centrali nucleari); tuttavia la Corte rileva uno svolgimento soltanto parziale delle ispezioni programmate per il controllo degli operatori dei vari settori, ed in particolare, per quello elettrico, che pure costituisce quello più importante per numero di operatori e per ammontare di erogazioni.
In relazione ai cospicui crediti vantati dall’ente, la magistratura contabile ha sottolineato la necessità di un costante monitoraggio delle situazioni creditorie, atteso il numero e l’entità degli importi. La Sezione ha, infine, evidenziato la sussistenza di una problematica relativa alla sede dell’ente, attualmente in locazione passiva, con un contratto oggetto di una vertenza giudiziaria con la proprietà, e in relazione a cui l’Ente, attualmente, sta cercando soluzioni anche attraverso il reperimento di locali di proprietà demaniale.
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