Navi cinesi hanno intensificato i pattugliamenti nel Mar Giallo vicino all’area in cui sono caduti i detriti del razzo vettore del satellite nordcoreano lanciato la scorsa settimana. Lo riferisce “Nk News”, sito internazionale di informazione specializzato sulla Corea del Nord, sulla base di un’analisi dei dati marittimi tracciati da Fleetmon. Diverse navi cinesi identificate come appartenenti a “forze dell’ordine” avrebbero deviato dalle loro rotte abituali, facendo ipotizzare un tentativo di Pechino di recuperare i detriti prima della Corea del Sud. Secondo Neil Watts, un esperto di sistemi d’arma marittimi e di superficie dell’organizzazione non profit Compliance and Capacity Skills International (Ccsi), il più rapido nel recupero potrebbe rivendicare i diritti sui detriti ai sensi delle Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos). Tra le imbarcazioni cinesi tracciate ci sono il vascello da ricognizione Xiang Yang Hong 18 e due navi della Guardia costiera identificate dai numeri 6303 e 6101. Secondo Yoon In-joo, ricercatore e direttore del Korea Maritime Institute, la Cina potrebbe essere interessata a valutare le capacità tecnologiche della Corea del Nord, anche se non è escluso che possa agire su richiesta di Pyongyang.
Dopo il lancio le forze armate della Corea del Sud hanno avviato un’operazione tesa a recuperare i resti del razzo vettore. Seul ha identificato una sezione cilindrica del razzo – probabilmente parte di uno degli stadi propulsivi – nelle acque del Mar Giallo, a 75 metri di profondità: altri rottami si trovano sott’acqua nella stessa area, circa 200 chilometri a ovest dell’isola sudcoreana di Eochongdo. Secondo “Nk News” tra le navi sudcoreane che stanno operando vicino al punto in cui sono caduti i detriti ci sono la nave da ricerca Onnuri e i rimorchiatori Korex Champ e Korex 20001.
Il 31 maggio la Corea del Nord ha tentato di immettere nell’orbita terrestre il suo primo “satellite militare da ricognizione”, chiamato Manlingyeong-1, un tentativo fallito probabilmente a causa di un’avaria al sistema propulsivo del razzo vettore Cheollima-1. Il governo di Pyongyang, attraverso i media di Stato, ha ribadito la volontà di ritentare l’operazione “il prima possibile” e di essere impegnato ad apportare “misure correttive tecniche e scientifiche”. Kim Yo-jong, sorella del leader Kim Jon-un e vicedirettrice del Comitato centrale del Partito del lavoro, ha dichiarato in una nota che il satellite verrà “certamente collocato correttamente in orbita e inizierà la sua missione nel prossimo futuro”, aggiungendo che il lancio di satelliti è un “diritto sovrano” del Paese. già poche ore dopo il primo tentativo il sito web “38 North”, specializzato nell’analisi di foto satellitari della Corea del Nord, ha rilevato un’intensa attività nella base missilistica di Tongchang-ri, a Sohae, nella provincia di Pyongan Settentrionale, utilizzata per il lancio.
Secondo quanto riferito dall’Amministrazione per lo sviluppo aerospaziale nazionale, l’agenzia spaziale della Corea del Nord, quasi certamente il razzo vettore è basato sulla medesima tecnologia dei missili balistici intercontinentali (Icbm) collaudati da Pyongyang nei mesi scorsi. Prima del lancio, la Corea del Nord aveva informato le guardie costiere di Corea del Sud e Giappone della possibile caduta di rottami in tre aree specifiche, a ovest della Penisola coreana e a est delle Filippine. Tutte e tre le aree sono situate all’esterno della zona economica esclusiva del Giappone; il lancio ha comunque spinto le autorità giapponesi a proclamare uno stato di allerta aerea preventiva nella prefettura meridionale di Okinawa. L’allarme antiaereo è scattato per errore anche a Seul, capitale della Corea del Sud.
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