Le autorità della Corea del Nord hanno segnalato altri 269.500 casi di “febbre” e sei decessi oggi, 17 maggio, mentre una sospetta ondata di Covid-19 continua a montare nel Paese. Il totale dei decessi attribuiti dalle autorità nordcoreane all’ondata virale nel Paese è aumentato così a 56; il bilancio giornaliero dei contagi è calato per la prima volta dallo scorso sabato 14 maggio, quando Pyongyang ha iniziato a diffondere un bollettino ufficiale, ma si aggira comunque attorno all’un per cento della popolazione complessiva della Corea del Nord, che è stimata in 25,88 milioni di persone. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale “Korean Central News Agency” (“Kcna”), 1,48 milioni di nordcoreani hanno accusato febbre dalla fine di aprile, e 819mila sono guariti.
Il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol, ha dichiarato ieri che il suo governo non intende risparmiare alcuno sforzo per assistere la Corea del Nord nella gestione dell’ondata pandemica che ha investito quel Paese. Yoon ha ribadito l’offerta di vaccini e altri generi di prima necessità al Paese vicino. L’offerta di aiuto formulata da Yoon è la seconda da quanto i media di Stato della Corea del Nord annunciato l’emergenza sanitaria in corso in quel Paese. “Non dobbiamo risparmiarci nel fornire l’assistenza necessaria al popolo della Corea del Nord esposto alla minaccia del coronavirus“, ha dichiarato il premier sudcoreano. “Se le autorità della Corea del Nord accetteranno, non risparmieremo alcuna forma di sostegno, come medicine, inclusi i vaccini contro il Covid-19, apparecchiature mediche e personale sanitario”, ha aggiunto Yoon.
Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha presieduto una riunione d’urgenza del Partito del lavoro domenica 15 maggio, ordinando il ricorso alle forze armate per stabilizzare la fornitura di medicinali in risposta alla prima ondata pandemica ufficialmente riconosciuta dalle autorità di quel Paese. Lo hanno riferito oggi i media di Stato nordcoreani, secondo cui Kim ha criticato l’attitudine al lavoro “irresponsabile” e la scarsa capacità organizzativa ed esecutiva del governo e della sanità pubblica. Dopo aver annunciato l’emergenza sanitaria la scorsa settimana, il governo sudcoreano ha ordinato la distribuzione della riserva farmacologica nazionale; il leader nordcoreano ha però lamentato che i medicinali necessari non stanno raggiungendo le farmacie e i pazienti con sufficiente tempismo. Per questa ragione, Kim, che prima di convocare la riunione avrebbe ispezionato personalmente alcune farmacie nella capitale, ha dato istruzioni affinché le “potenti forze” dei reparti di medicina militare vengano mobilitati per “stabilizzare immediatamente la fornitura di medicinali a Pyongyang”.
Otto persone hanno perso la vita in Corea del Nord e 392.920 accusano febbre e sintomi influenzali a causa di una ondata di Covid-19 diffusasi in maniera “esplosiva” nel Paese. I media di Stato nordcoreani hanno dato notizia del primo caso ufficiale di Covid-19 e di una ondata virale diffusasi in modo “esplosivo” nel Paese la scorsa settimana. Nei giorni scorsi le autorità nordcoreane hanno proclamato una “grave emergenza nazionale” e comunicato il varo di un “sistema straordinario di controllo” della pandemia teso ad “eliminare” il virus. Secondo il portale d’informazione “NK News“, alcune aree della capitale nordcoreana Pyongyang sono sottoposte a lockdown da circa una settimana, e nella città si sarebbero verificati episodi di panico, con l’acquisto in massa di alimenti e generi di prima necessità. Kim Jong-un ha promesso il superamento della “crisi inattesa“, e ha dato ordine di irrigidire ulteriormente la vigilanza sui confini terrestri, marittimi e arei del Paese per prevenire “falle di sicurezza” nell’apparato di prevenzione della pandemia.
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