Almeno 13 persone sono state uccise nelle manifestazioni anti-golpe tenute ieri in Myanmar, in quella che è stata la giornata di protesta più sanguinosa da quando i cittadini birmani hanno iniziato a scendere in strada, all’indomani del colpo di stato militare dell’1 febbraio.
Secondo il media indipendente birmano “Irrawaddy”, inoltre, tre persone sono state uccise anche oggi quando le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro i manifestanti che sono tornati in strada nella capitale Yangon, e almeno altre due sono morte in altre località del Paese. Media e attivisti testimoniano della morte di un giovane, ucciso a colpi di arma da fuoco nella città di Bago, vicino a Yangon, hmentre l’agenzia di stampa “Kachin Wave” ha detto che un altro manifestante è stato ucciso nella città di Hpakant, nell’area mineraria nord-orientale del Paese.
Video circolanti sui social media mostrano i manifestanti proteggersi con scudi ed elmetti artigianali mentre si scontrano con le forze di sicurezza nel distretto di Hlaing Tharyar, nella zona occidentale della capitale. Alcuni locali sono stati dai alle fiamme. Secondo l’Associazione di assistenza dei prigionieri politici, più di 80 persone sono state uccise durante le proteste avviate il mese scorso, ed oltre 2.100 persone sono state arrestate. In questo contesto, ieri il leader ad interim del governo civile parallelo ha dichiarato che cercherà di dare alle persone il diritto legale di difendersi.