Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non è riuscito a trovare un accordo su una dichiarazione congiunta sulla crisi nella regione del Tigrè dopo che Russia, Cina e India hanno posto il veto sostenendo che si tratti di una questione interna. Secondo quanto si apprende da fonti di stampa internazionali, i tre Paesi africani membri provvisori del Consiglio – Kenya, Niger e Tunisia – avevano adottato una bozza di dichiarazione che chiedeva l’assistenza umanitaria immediata e la fine delle ostilità, pur riaffermando la sovranità dell’Etiopia. Nel corso della riunione i 15 hanno inoltre ribadito l’invito all’Eritrea affinché ritiri le sue truppe dalla regione del Tigrè dopo le segnalazioni di atrocità arrivate da più parti nonostante le negazioni da parte di entrambi i governi. Intervenendo durante la sessione del Consiglio di sicurezza, il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, Mark Lowcock, ha anche chiesto che venga garantita assistenza umanitaria “urgente” alla popolazione tigrina, sull’orlo di una crisi alimentare di massa. “Ora è estremamente chiaro a tutti, e apertamente riconosciuto dai funzionari dell’amministrazione governativa del Tigrè, che le forze di difesa eritree stanno operando in tutta la regione”, ha detto Lowcock, secondo quanto riferito dai media internazionali. “Innumerevoli rapporti ben confermati suggeriscono la loro colpevolezza per le atrocità. Le forze di difesa eritree devono lasciare l’Etiopia e non devono essere abilitate o autorizzate a continuare la loro campagna di distruzione prima di farlo”, ha denunciato Lowcock. La scorsa settimana Amnesty International ha affermato che le truppe eritree hanno massacrato centinaia di persone quelli che potrebbero costituire dei crimini contro l’umanità. L’Eritrea, da parte sua, ha fonora sempre negato le accuse, così come il governo di Addis Abeba.
In precedenza l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, aveva chiesto al governo dell’Etiopia di consentire agli osservatori Onu l’accesso alla regione del Tigrè per indagare sui rapporti di omicidi diffusi e violenze sessuali che potrebbero configurare crimini di guerra. In una dichiarazione pubblicata ieri, Bachelet ha sottolineato l’urgente necessità di una valutazione obiettiva e indipendente dei fatti sul campo nella regione tigrina, date le persistenti segnalazioni di gravi violazioni dei diritti umani e abusi che continua a ricevere. “Rapporti profondamente angoscianti di violenza sessuale e di genere, esecuzioni extragiudiziali, distruzioni diffuse e saccheggio di proprietà pubbliche e private da parte di tutte le parti continuano ad esserci segnalati, così come rapporti di continui combattimenti, in particolare nel Tigrè centrale”, ha detto Bachelet, secondo cui “continuano ad emergere informazioni credibili anche su gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario da parte di tutte le parti in conflitto”. “Senza indagini rapide, imparziali e trasparenti e senza trovare i responsabili, temo che le violazioni continueranno ad essere commesse impunemente e la situazione rimarrà instabile per molto tempo a venire”, ha dichiarato l’Alto commissario.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha ricevuto informazioni sui combattimenti in corso nel Tigrè, in particolare nel centro della regione, nonché su episodi di saccheggio da parte di vari attori armati. Fonti affidabili hanno condiviso informazioni sull’uccisione di otto manifestanti da parte delle forze di sicurezza tra il 9 e il 10 febbraio ad Adigrat, Macallè, Shire e Wukro. Più di 136 casi di stupro sono stati segnalati anche negli ospedali di Macallè, Ayder, Adigrat e Wukro nella regione orientale del Tigray tra dicembre e gennaio, con indicazioni che ci sono molti altri casi non denunciati. Il governo ha detto che sono in corso indagini sui casi di violenza sessuale. L’Ufficio Onu è anche riuscito a confermare le informazioni su alcuni degli incidenti verificatisi nel novembre dello scorso anno, indicando bombardamenti indiscriminati nelle città di Mekelle, Humera e Adigrat nella regione del Tigray, e rapporti di gravi violazioni dei diritti umani e abusi tra cui uccisioni di massa commessi dalle forze eritree ad Axum, e a Dengelat, nel Tigrè centrale. Un’analisi preliminare delle informazioni ricevute indica che gravi violazioni del diritto internazionale, possibilmente equivalenti a crimini di guerra e crimini contro l’umanità, potrebbero essere state commesse da più attori nel conflitto, tra cui: le forze di difesa nazionali etiopi, il Fronte di liberazione popolare del Tigrè, Forze armate eritree, forze regionali di Amhara e milizie affiliate. “Con più attori nel conflitti e dinieghi generali, c’è una chiara necessità di una valutazione obiettiva e indipendente di queste segnalazioni”, prosegue Bachelet. Esortiamo il governo dell’Etiopia a concedere al mio ufficio e ad altri osservatori indipendenti l’accesso alla regione del Tigrè, al fine di stabilire i fatti e contribuire alla responsabilità, indipendentemente dall’affiliazione dei responsabili”, ha detto Bachelet.