Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato la scorsa notte a favore del rinnovo del mandato della Missione Onu nella Repubblica democratica del Congo (Monusco) per un altro anno e della modifica del regime delle sanzioni, revocando l’obbligo di notificare agli esportatori di materiale militare quando forniscono armi a Kinshasa. Lo riferisce l’emittente “Rfi”. Dal 2003 tutte le consegne di armi alla Repubblica democratica del Congo (Rdc) dovevano essere approvate dalle Nazioni Unite, mentre dal 2008 gli Stati che fornivano aiuti e attrezzature militari a Kinshasa dovevano informare preventivamente il Consiglio di sicurezza, come previsto dal regime sanzionatorio. Con la recrudescenza dell’insicurezza nell’est del Paese, dove è in corso da mesi una massiccia offensiva dell’esercito contro l’avanzata dei ribelli del Movimeno 23 marzo (M23), Kinshasa ha bisogno di rafforzare i propri mezzi di difesa e la procedura avrebbe ostacolato non poco l’efficacia della risposta militare.
Lo scorso giugno, così, il governo congolese – sostenuto da Cina, Russia, Paesi africani membri del Consiglio (Kenya, Gabon e Ghana) e Francia – ha chiesto di modificare il regime delle sanzioni, nonostante il voto contrario di Stati Uniti e Regno Unito. Questa settimana, tuttavia, la Francia ha proposto di non attendere il rinnovo del regime di sanzioni a giugno, tanto più che Russia e Cina hanno brandito una possibile astensione sul rinnovo della missione Monusco, dando via libera così al voto di questa notte. “Una battaglia vinta, un’ingiustizia riparata”, ha dichiarato su Twitter il portavoce del governo della Rdc, Patrick Muyaya.
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