Con l’istituzione della zona rossa nel Lazio oggi sono tornati alla didattica a distanza 750 mila studenti: minorenni che frequentano scuole di ogni ordine e grado. A poco più di un anno di distanza dalla prima chiusura totale degli istituti scolastici, apparentemente, poco o nulla sembra mutato nelle soluzioni, molto è invece cambiato dal punto di vista della tenuta emotiva delle famiglie e delle disuguaglianze sociali. “Bisogna velocizzare il più possibile il ritorno alla normalità per quanto riguarda la scuola”, secondo il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza del Lazio, Jacopo Marzetti, che interpellato da “Agenzia Nova” spiega: “È chiaro che il fatto di seguire le lezioni virtualmente crea disagi affettivi ai minorenni che hanno bisogno di relazionarsi e confrontarsi con i coetanei. Per tanti anni, parlando di bullismo e cyberbullismo nelle scuole, abbiamo sempre suggerito di usare i computer e gli smartphone il meno possibile. Oggi siamo costretti, dalla pandemia, a lasciare i ragazzi davanti agli schermi per ore. È inevitabile che questo porterà a conseguenze psicologiche, e ci sono rischi anche per la salute, penso ad esempio alla vista. Accanto a questo ci sono problematiche enormi per le famiglie e per le mamme che lavorano, pensiamo a chi deve lavorare e contemporaneamente badare ai figli in dad. Bisogna cercare di aprire il più possibile nidi, materne ed elementari”.
Nel lungo periodo il rischio della didattica a distanza è quello di ampliare il divario, che già si è creato, sul diritto all’istruzione. “In quest’anno sono stati fatti bandi e interventi, anche da parte delle scuole, per dare a tutti gli strumenti per seguire le lezioni – aggiunge Marzetti -, ma resta il tema della connettività: ci sono zone nel Lazio in cui è molto bassa, se non assente, lo stesso vale per gli strumenti, pc e tablet, soprattutto nelle famiglie numerose talvolta sono carenti”. Resta necessario, dunque, per il garante dell’infanzia del Lazio, “velocizzare il rientro a scuola” e una delle possibilità per favorire una forma di didattica mista, sia in presenza sia a distanza, “potrebbe essere quella di prevedere un’alternativa alla didattica classica, con lezioni in spazi all’esterno – sottolinea Marzetti – ad esempio in circoli privati o parchi, cercando di unire la didattica allo sport per far uscire i bambini e i ragazzi dalle case. Il coronavirus ci ha dimostrato che siamo in grado di fare anche cose difficilissime, ma bisogna ragionarci ora per avere in estate una soluzione del genere che consenta anche di recuperare le lezioni perse. È inaccettabile – conclude – che a oltre un anno dall’inizio della pandemia non siamo ancora in grado di prevedere da una settimana all’altra che cosa accadrà e di conseguenza di programmare soluzioni”.
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