Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, sarà oggi in Venezuela per un incontro con l’omologo Nicolas Maduro, il primo dalla ripresa dei rapporti diplomatici tra i due Paesi. I temi al centro dell’incontro, riferisce una nota della presidenza colombiana, saranno “la relazione bilaterale, la riapertura delle frontiere e il reintegro del Venezuela nel sistema interamericano dei diritti umani”. L’incontro, prosegue la nota, “rientra nel quadro della strategia di Petro volta a dare impulso all’economia regionale, condividere l’agenda a favore degli interessi del blocco latinoamericano e proteggere l’Amazzonia” e rientra tra le “riunioni preliminari alla Cpo-27”.
Lo scorso agosto i presidenti di Venezuela e Colombia, Nicolas Maduro e Gustavo Petro, hanno nominato i rispettivi ambasciatori nei due Paesi, riavviando di fatto le relazioni diplomatiche dopo tre anni di interruzione. I rapporti bilaterali erano stati interrotti nel febbraio 2019 per ordine del presidente Maduro in risposta al sostegno del governo dell’ex presidente Ivan Duque al leader di opposizione e autonominato presidente “ad interim”, Juan Guaidó. Da allora molte cose sono cambiate e l’onda di presidenti di sinistra arrivati alla guida dei paesi della regione ha cambiato lo scenario politico, portando al potere capi di stato più tolleranti nei confronti delle autorità di Caracas. Maduro ha nominato come ambasciatore del Venezuela a Bogotà l’ex ministro degli Esteri, Felix Plasencia. Petro, per parte sua, ha nominato suo ambasciatore a Caracas Armando Benedetti, già senatore e presidente del Senato.
Le relazioni tra i due Paesi erano state interrotte nel febbraio del 2019, in uno dei momenti di maggiore tensione tra il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, e l’allora presidente della Colombia, Ivan Duque. Dopo aver condannato le elezioni dell’autunno 2018 che avevano riconsegnato a Maduro la presidenza del Venezuela, Bogotà aveva riconosciuto il leader oppositore Juan Guaidò come capo dello Stato “ad interim” e unico interlocutore ufficiale a Caracas. Più in generale, i due governi sono stati protagonisti di una polemica di lunga data: la Colombia rimprovera al Venezuela di dare ospitalità e supporto logistico alle proprie formazioni armate irregolari, parte di un piano per destabilizzare la regione, denunciando una presunta corresponsabilità di Caracas nel traffico di droga. Accuse identiche e speculari a quelle mosse dal presidente Nicolas Maduro, secondo cui Bogotà è responsabile dei danni umani, economici e sociali legati alla criminalità organizzata che non è capace di combattere.
La volontà di riaprire le relazioni da parte del governo entrante della Colombia, il primo di sinistra nella storia del Paese, non è una sorpresa. Pochi giorni dopo la vittoria al ballottaggio presidenziale, Petro aveva conversato con Maduro, occasione “per rendere noto il nostro desiderio di ricostruire le relazioni diplomatiche”. “Inizieremo a costruire le istituzioni che esistevano fino a tre anni fa”, spiegava Petro a “W Radio” precisando un messaggio più volte lanciato in campagna elettorale. “C’erano istituzioni che permettevano relazioni non aggressive e che ci fosse spazio di dialogo, ogni volta fosse necessario”. In un primo momento si era anche ipotizzata la presenza di Maduro alla cerimonia di insediamento di Petro, tenuta a Bogotà il 7 agosto, eventualità che non ha però avuto seguito per il veto posto da Duque. “Fino a quando io sarò presidente della repubblica, Nicolas Maduro non entrerà nel territorio colombiano. Se il prossimo presidente lo vuole invitare qui in Colombia potrà farlo dopo aver giurato come presidente”, dichiarava l’ormai ex capo dello stato colombiano.
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