Il contrasto alle azioni “coercitive e aggressive” della Cina in Asia e la denuclearizzazione della Penisola coreana sono stati i temi al centro degli incontri avuti in queste ore a Seul, in Corea del Sud, dal segretario di Stato Antony Blinken e dal segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin. Lo riporta il quotidiano online “South China Morning Post”, edito a Hong Kong, ricordando come le stesse questioni siano già state toccate durante la tappa di Blinken e Austin in Giappone. A Seul il capo del Pentagono Austin ha incontrato l’omologo Suh Wook. Al termine dell’incontro ha sottolineato come l’alleanza tra Stati Uniti e Corea del Sud “non sia mai stata così importante”, date le minacce “senza precedenti” poste da Corea del Nord e Cina alla pace, alla sicurezza e alla prosperità in Estremo Oriente. “Sono qui oggi per confermare l’impegno degli Stati Uniti alla difesa della Repubblica di Corea. Ci siamo trovati d’accordo sul fatto che la preparazione militare è una grande priorità e che occorre assicurarci di essere pronti a combattere insieme già questa sera, se necessario”, ha affermato Austin. Secondo una fonte del ministero della difesa sudcoreano, il segretario statunitense ha anche chiarito, nel corso del suo incontro, che il miglioramento delle relazioni tra Giappone e Corea del Sud è “cruciale” per fronteggiare le comuni minacce nella Penisola coreana e nella regione. In questo senso, ha proseguito la fonte, Suh ha promesso che il governo di Seul spingerà sulla cooperazione con Tokyo.
Separatamente, il segretario di Stato Blinken ha incontrato l’omologo Chung Eui-yong, al quale ha confermato che Washington è pronta a lavorare con Seul, con Tokyo e con altri attori regionali per la denuclearizzazione della penisola. L’alleanza, ha sottolineato, è “salda” e “a prova di bomba”. “Abbiamo una visione condivisa per un Indo-Pacifico libero e aperto, oltre che per i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto”, ha dichiarato il capo della diplomazia Usa. Blinken è tornato inoltre ad accusare la Cina di “usare aggressione e coercizione per erodere sistematicamente l’economia a Hong Kong, per minare la democrazia a Taiwan, per violare i diritti umani nel Tibet e per portare aventi rivendicazioni nel Mar Cinese Meridionale che violano il diritto internazionale”.
Nessun accenno, invece, alla possibilità che Seul partecipi al Quad, l’alleanza in funzione anti-cinese cui partecipano Stati Uniti, Giappone, Australia e India e che la settimana scorsa ha tenuto il suo primo summit virtuale a livello di leader. Lunedì scorso Suh ha chiarito che la Corea del Sud non ha ricevuto alcun invito ufficiale da parte di Washington. Sull’ipotesi il governo di Seul appare al momento molto cauto, atteggiamento legato alla necessità di evitare una posizione apertamente contro la Cina che è un attore cruciale per l’eventuale ripresa dei negoziati con Pyongyang sul disarmo nucleare. La visita di Blinken e Austin a Seul segue quella a Tokyo, dove i due segretari hanno tenuto una riunione in formato “2+2” con gli omologhi giapponesi. Secondo gli osservatori, il tour in Estremo Oriente è stato organizzato con l’obiettivo di saldare le alleanze nell’area prima dell’incontro che Blinken avrà domani, 18 marzo, con con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e con il direttore del comitato centrale per gli Affari esteri del Partito comunista, Yang Jiechi, ad Anchorage, in Alaska.
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