La presidente di Azione, Mara Carfagna, assicura alla “Stampa” che l’approccio costruttivo mostrato sull’ultima legge di bilancio “non cambierà”, nonostante il governo non abbia accolto i loro suggerimenti. Eppure, dall’Autonomia alle accise sulla benzina fino alla riforma per il presidenzialismo, il giudizio sull’operato di Giorgia Meloni e della sua squadra è fortemente negativo. Anche sul Pnrr, dice Carfagna, “l’atteggiamento di questo governo, che spesso si piange addosso, lo trovo utile solo a cercare un alibi. Gli ricordo che la campagna elettorale è finita”.
Ieri Meloni ha incontrato Von der Leyen per parlare proprio di Pnrr. Materie prime più care, poco tempo a disposizione, e il Sud, soprattutto, rischia di avere difficoltà nello sviluppo dei progetti: “Sono preoccupata da tempo anche io. Infatti con il governo Draghi avevamo fatto approvare alcuni provvedimenti per mettere a disposizione degli enti locali una serie di strumenti con cui irrobustire la loro capacità amministrativa e snellire le procedure. Quando è aumentato il costo delle materie prime, abbiamo stanziato un fondo da oltre 7 miliardi. Ci sono sicuramente degli ostacoli, noi ne abbiamo trovati tanti, ma non abbiamo passato il nostro tempo a lamentarci”. Quanto ai rincari della benzina: “Ben vengano le indagini delle Fiamme gialle, ma penso sia stato commesso un errore madornale all’origine, perché non prorogare il taglio delle accise ha messo a nudo la fragilità della manovra. Dimostra che è stato inutile aumentare di qualche decina di euro le pensioni e l’assegno unico se poi l’aumento del costo della benzina si mangia tutto. È singolare inciampare così da chi ha promesso per anni l’abolizione delle accise sulla benzina”.
Sull’Autonomia, infine, la leader di Azione osserva che “il ministro Calderoli è arrivato a minacciare querele. Io lo sfido a denunciarmi, perché la sua legge rischia davvero di spaccare in due l’Italia. Con scuole, politiche energetiche e politiche estere diverse di regione in regione. Avremo solo una cristallizzazione delle disuguaglianze”. “Stabilire che i ‘livelli essenziali di prestazioni’ (che definiscono diritti civili e sociali uguali per tutti sull’intero territorio nazionale) – osserva infine l’ex ministro – debbano essere individuati con un dpcm, innanzitutto, non è il modo migliore per garantire che siano attuati: bisogna finanziarli, non solo enunciarli. E non capisco perché per definire i Lep, voglia passare da una cabina di regia politica che può solo peggiorare decisioni che invece devono essere tecniche. Mi sembra – conclude Carfagna – stia procedendo in modo confuso”.