Manca poco al momento della verità. Nel Lazio la campagna elettorale è giunta ai titoli di coda. Domani silenzio elettorale e domenica e lunedì, 12 e 13 febbraio si aprono i seggi elettorali. Dopo una giornata frenetica, scandita da due ultimi confronti, i principali candidati alla presidenza della Regione Lazio – Francesco Rocca per il centrodestra, Alessio D’Amato per il centrosinistra e Donatella Bianchi per il M5s – hanno tagliato il traguardo. Ora sale l’attesa per il voto. Gli ultimi comizi di oggi hanno interessato solo D’Amato e Bianchi, visto che Rocca non ha invece optato per il tradizionale evento di fine campagna elettorale, considerando come conclusivo l’incontro di domenica scorsa, che si è svolto all’Auditorium della Conciliazione, con tutti i candidati è leader della coalizione di centrodestra, compresa il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. D’Amato si è giocato le ultime carte nella roccaforte della sinistra alla Garbatella.
Insieme alle candidate e ai candidati della coalizione, ai leader regionali e dei principali partiti che lo sostengono e a una rappresentanza della società civile, sul palco sono saliti anche l’ex governatore Nicola Zingaretti e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Ma non solo, a tirare la volata finale di D’Amato c’è stato anche il leader del Terzo Polo Carlo Calenda. Zingaretti ha definito quella delle regionali, una sfida di soli due concorrenti: “La scheda ha due voti. Uno per il consiglio e uno per il presidente. Faccio un appello. Ognuno scelga quello che vuole per il partito. Ma per il presidente bisogna dire la verità, la scelta e tra Rocca e D’Amato. Ed è meglio D’Amato”. L’unico nome che può fermare la destra “che comprava le jeep con i soldi pubblici è Alessio D’Amato, perché non solo farà bene ma ha fatto bene”, ha concluso Zingaretti. Alessio D’Amato “è una persona seria che ha lavorato bene durante la peggiore emergenza sanitaria di questo Paese – ha aggiunto Calenda -. Il candidato della destra Rocca non c’è, è latitante. C’è il faccione di Giorgia (Meloni, ndr) e il suo quadernino. Dietro Rocca c’è la peggiore classe dirigente di questo Paese e di questa regione”.
A credere nella vittoria del centrosinistra anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri che ha definito “D’Amato il migliore assessore d’Italia”. Ci sono solo due voti possibili, “uno per Rocca per tornare indietro, con quella destra che ha portato la sanità ad un commissariamento e dall’altro quello per D’Amato, più bravo e competente”, ha concluso il sindaco. Infine, tra gli applausi delle piazza, sul palco sale D’Amato per il suo comizio finale. Noi dobbiamo andare a vincere il 12 e il 13 febbraio, “dobbiamo vincere contro una destra antica, contro un mondo antico – ha detto D’Amato -. Rocca rappresenta un mondo antico che ha fatto tanto male a questa Regione e gli interessi della sanità privata. Noi vogliamo la sanità pubblica – ha aggiunto D’Amato -. Se qui, durante la pandemia, non abbiamo visto le bare di Bergamo è per il lavoro che abbiamo fatto: questo deve essere il modello che ci porta a vincere, quello di una Regione giusta. Andiamo a vincere e cambierà la narrazione. avremo un centrosinistra unito che batterà i populisti e i sovranisti che non sanno risolvere i problemi”, ha concluso D’Amato.
Diversa la scelta del M5s che ha preferito chiudere la campagna elettorale per Donatella Bianchi al Cinema Aquila al Pigneto. A sostenerla, in questa ultima arringa, ci sono stati anche il leader del M5s Giuseppe Conte, insieme ai parlamentari, oltre ai vari consiglieri regionali e romani del movimento. “Abbiamo la candidata migliore, la più solida, competente, affidabile e coraggiosa – ha detto Conte -. Remiamo tutti per questo grande risultato: abbiamo una grande possibilità e noi la nostra candidata ce la teniamo stretta” nonostante “qualcuno cerchi di rispolverare il concetto di voto utile”, ha concluso Conte. “Mi sono candidata per fare la cosa giusta”, ha sottolineato Bianchi. Coerenza e competenza, ha aggiunto, sono “gli ingredienti della nostra politica e del nostro programma” e certamente, dalle prossime elezioni, arriverà “un segnale importante di un nuovo modo di fare politica: noi siamo cittadini fra i cittadini. Diamo al Lazio un’aria nuova”, ha concluso. Triplice fischio finale si attendono le urne e la parola passa agli elettori che decreteranno il successore di Zingaretti.
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