L’ex presidente del Brasile Lula da Silva potrebbe candidarsi in occasione delle elezioni presidenziali del 2022, ma solo se fosse “necessario”. Lo ha detto in un’intervista all’emittente televisiva portoghese “Rpt”. “Se dovessi essere in salute e se dovesse essere necessario, sarò lì a combattere. Ma al momento non è una mia priorità”, ha dichiarato Lula sottolineando tuttavia come il primo obiettivo del Partito dei lavoratori (Pt) alle elezioni debba essere quello di rimuovere dal potere l’attuale presidente, Jair Bolsonaro. “Il Pt deve ora mettere i suoi leader nelle condizioni di lavorare per il Paese. Occorrerà poi decidere se presentare un candidato alla presidenza o se far parte di un fronte più ampio. C’è tempo per tutto. L’unico punto fermo è che Bolsonaro non può continuare a governare il Brasile”, ha aggiunto l’ex presidente accusando l’attuale capo dello Stato di “aprire controversie con tutti i Paesi”.
La Corte suprema ha annullato lo scorso 9 marzo tutte le condanne per corruzione nei confronti di Lula da Silva e ne ha ripristinato i diritti politici, permettendo al leader socialista brasiliano di candidarsi eventualmente per cariche pubbliche. Presidente del Brasile tra il 2003 e il 2010, Lula era stato condannato nel 2018 a dodici anni e un mese di carcere con l’accusa di aver accettato un lussuoso appartamento dalla società di costruzioni Oas in cambio di presunti favori politici. La sentenza aveva anche portato alla caduta della sua candidatura alla presidenza in un momento in cui era favorito in vista delle presidenziali del 7 ottobre del 2018, poi vinte da Bolsonaro.
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