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Braccio di ferro tra Cremlino e Twitter, il governo russo rallenta gli accessi al social

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La Russia alza la posta nella battaglia contro i social network e prende di mira Twitter, rallentandone il servizio su tutto il territorio nazionale. Da tempo dal Cremlino giungono dure critiche sull’operato dei social network, in particolare in merito al blocco arbitrario di alcuni profili, sia istituzionali sia di alcuni media russi. Twitter, peraltro, ha respinto le richieste delle autorità di Mosca di rimuovere gli inviti delle organizzazioni dell’opposizione che invitavano anche dei minorenni a partecipare alle proteste non autorizzate svoltesi a gennaio, una pratica che in Russia è considerata vietata. Da alcuni giorni, inoltre, è iniziato il dibattito in Parlamento per adottare una legge che impedisca ai social network di oscurare gli account arbitrariamente. Insomma, i temi non mancano sul tavolo di confronto fra la Russia e i principali social network, anche se la decisione di rallentare Twitter è chiaramente una misura forte anche perché riguarda tutti i dispositivi mobili e metà di quelli fissi, stando a quanto riferito dal Garante delle comunicazioni Roskomnadzor. L’authority, peraltro, non esclude che Twitter possa essere definitivamente bloccato qualora non decida di rispettare i dettami legislativi russi.


Come spiegato dal vicedirettore di Roskomnadzor, Vadim Subbotin, il rallentamento di Twitter in Russia influenzerà solo il trasferimento di foto e video, non dei messaggi di testo. “Gli utenti potranno scambiarsi messaggi liberamente”, ha detto Subbotin, secondo cui l’obiettivo del garante delle comunicazioni è “ridurre al minimo i disagi per gli utenti”. Le restrizioni rimarranno in vigore sino a quando Twitter rimuoverà tutti i contenuti vietati, ha specificato Subbotin, auspicando che l’amministrazione del social network mostri un approccio costruttivo. Dal Cremlino, come prevedibile, sono giunti commenti positivi in merito alla decisione di Roskomnadzor. “Nessuno vuole imporre dei blocchi, ma le misure volte a costringere le aziende a rispettare le nostre leggi sono assolutamente valide”, ha detto Peskov nel corso dell’odierno briefing con la stampa. Secondo Roskomnadzor, che cita dati aggiornati a oggi, sono oltre 3 mila i post con contenuti illegali su Twitter, la cui dirigenza viene accusata di aver ignorato da anni le richieste di cancellazione. Twitter è già sotto pressione in Russia dopo che è stato nominato come una delle cinque piattaforme di social media citate in giudizio per presunta mancata eliminazione dei post che esortano i bambini a prendere parte a proteste illegali. Peraltro, che ci fossero dei problemi con Twitter è emerso anche alcune settimane fa quando il social network ha bloccato l’account ufficiale della delegazione russa alle trattative sulla sicurezza e sul controllo degli armamenti a Vienna. Il capo della delegazione, Konstantin Gavrilov, ha definito questa decisione un atto di censura. “Quali sono i motivi? Il blocco degli account ufficiali che mostrano la posizione intransigente di un Paese è una censura esplicita”, ha affermato Gavrilov commentando la vicenda.

Il tema, tuttavia, è evidentemente molto più ampio e coinvolge tutti i social network. Non a caso, come annunciato nei giorni scorsi dal presidente della Duma di Stato (camera bassa del Parlamento), Vjacheslav Volodin, l’assemblea legislativa russa proporrà delle norme che impediscano il blocco dei media russi da parte dei social network. Le parole di Volodin sono giunte in seguito al blocco, in questo caso imposto da Facebook ad alcuni media di Mosca. In precedenza, infatti, Roskomnadzor ha chiesto a Facebook di ripristinare l’accesso alle informazioni pubblicate dagli account ufficiali dell’agenzia di stampa “Ria Novosti” e del servizio radiofonico dell’agenzia “Sputnik” sulla detenzione di alcuni sostenitori del gruppo neonazista ucraino Mku da parte del Servizio di sicurezza federale russo (Fsb). A causa della pubblicazione di queste informazioni alcuni contenuti degli account dei due media sono stati bloccati. Il presidente della Duma di Stato ha ricordato che non è la prima volta che ciò accade, sottolineando che la decisione è inaccettabile e viola la legislazione nazionale.

A rincarare la dose è stata anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, affermando che i social network non dovrebbero vietare alcun contenuto politico durante le campagne elettorali. “Se i social network si propongono come piattaforme in cui una persona, un’associazione, un’organizzazione non governativa può esprimere il proprio punto di vista, è necessario garantire alle persone l’opportunità di esprimersi e di parlare di questi argomenti prima delle elezioni invece di mettere in atto manipolazioni e vietare annunci politici”, ha detto Zakharova. Secondo la portavoce, il blocco dei contenuti politici alla vigilia delle elezioni in un determinato Paese “è la prova di un approccio selettivo e discriminatorio e di una violazione della libertà di parola da parte di queste stesse piattaforme”. Il confronto è aperto ma la Russia non sembra intenzionata a fare passi indietro.

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