“Da parte mia non n’è nessuna preclusione per nessuno, l’importante è che il Pd faccia il Pd, riscopra la sua vocazione maggioritaria che è il contrario dell’autosufficienza: lo abbiamo visto alle ultime elezioni politiche, se ognuno va da solo non si vincerà mai più e si regalerà il Paese alla destra per i prossimi trent’anni”.
Lo ha detto il presidente dell’Emilia Romagna e candidato alla segreteria nazionale del Partito democratico Stefano Bonaccini nell’intervento di apertura della sua convention programmatica “Energia popolare per il Pd e per l’Italia”, in corso al Talent Garden di Milano rispondendo a chi gli ha fatto notare che dal palco sono venute critiche all’antipolitica e si è accennato alla scatolette di tonno e gli ha chiesto qual è il futuro dell’alleanza con il Movimento 5 stelle.
“Il punto non è fare le alleanze a tavolino per battere gli avversari – ha continuato poi Bonaccini – perché la gente lo capisce e ti penalizza, il punto è se trovi una base programmatica condivisa: ora noi non abbiamo elezioni politiche alle porte ed è giusto che ora si faccia opposizione, però come noi hanno perso anche il M5s e il Terzo Polo. Dico a loro, siccome non dobbiamo andare alle politiche nei prossimi mesi è bene che cominciamo a valutare se ci sono alcuni argomenti sui quali cominciare a fare opposizione insieme”.
“Renzi, Calenda e Conte sono contrari al taglio alla sanità pubblica? Bene – ha ribadito – almeno su questo argomento faccio un appello a loro per fare nel Paese un’offensiva politica e di mobilitazione che credo verrebbe compresa da tanta gente a partire da quelli più disagiati che hanno votato a destra e rischiano di essere i più colpiti da una sanità privata”.
Bonaccini ha parlato poi delle primarie: “Se sarò segretario non succederà mai più la prossima volta alle politiche che il gruppo dirigente non si candida nei collegi uninominali, e se sarò segretario, la prossima volta pensando che la destra non cambierà questa legge elettorale, faremo scegliere i candidati al Parlamento agli elettori con le primarie, che non è magari il sistema perfetto, ma se dobbiamo sbagliare i candidati, li sbagliano tutti insieme e non come avvenuto di recente, in pochi, chiusi in una stanza a Roma”.
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