Bonaccini: “Voglio un Pd riformista, che metta di nuovo al centro il lavoro”

Il candidato alla segreteria dem parla durante la convention programmatica di Milano: "Da opposizione, diremo tutti i no che servono"

bonaccini

“Voglio un Pd a vocazione maggioritaria, in grado di andare a riprendersi i voti che se ne sono andati, un partito davvero progressista e riformista, perché io di un partito minoritario, di testimonianza e massimalista non saprei proprio cosa farmene”. Lo ha detto il presidente dell’Emilia Romagna e candidato alla segreteria nazionale del Partito democratico, Stefano Bonaccini, intervenendo dal palco di “Energia Popolare, per il Pd e per l’Italia”, la sua convention programmatica al Talent garden Calabiana di Milano. “Anche per tutelare i diritti delle minoranze – ha proseguito – serve un partito che non sia minoritario. Chiunque ami chi vuole. E non concepisco che chi ha un antenato lontano col nostro passaporto sia italiano e chi studia qui insieme ai nostri figli non può esserlo. E nella nostra idea di progresso, i diritti e le libertà di tutti si tengono insieme proprio perché riguardano e riconoscono tutti”.

“Il Partito democratico – ha aggiunto Bonaccini sarà un’opposizione nel modo che compete a una sinistra riformista e di governo: dicendo cioè tutti i no che servono, tutti i sì utili all’Italia e avanzando controproposte che preparino un’alternativa per quando si tornerà a votare”. Per fare questo, ha affermato il candidato alla segreteria dem, deve tornare al centro il lavoro. “Noi siamo il Partito democratico, siamo la sinistra riformista che mette al centro prima di tutto il lavoro e le imprese serie che creano occupazione di qualità: senza imprese non c’è lavoro perché il lavoro è dignità ed è attraverso il lavoro, professionale e imprenditoriale, che si crea ricchezza”.

Sul congresso e sul percorso che porta alle primarie del Pd, il candidato segretario è stato chiaro: “Dalla sconfitta di settembre ci separano oltre 4 mesi, più della sconfitta ci ha fatto male come l’abbiamo gestita: le elezioni si possono vincere o perdere, ma che la seconda forza politica del Paese, la prima delle opposizioni, è incomprensibile che si autoflagelli per mesi e mesi fin quasi a suicidarsi. Questo percorso congressuale – ha spiegato – si è dimostrato ancora più incompatibile per la società e il tempo in cui viviamo, prendiamo allora un impegno: dal giorno dopo le primarie si cambia, e ci diamo regole e strumenti che facciano il bene del Pd e non di chi lo vuole demolire, mai più 5 o 6 mesi per eleggere un segretario nazionale”.

Nel suo discorso, Bonaccini ha anche parlato di scuola: “A Valditara dico che le gabbie salariali sono un ritorno al passato inaccettabile: l’italia deve andare avanti per il sud servono sgravi maggiori”. E di crisi energetica: “In Italia ci dovranno ringraziare se avremo due nuovi rigassificatori in Emilia e Toscana: in quattro mesi abbiamo autorizzato i progetti che in questo Paese richiedono da 5 a 10 anni. A Ravenna, dove noi amministriamo, lo abbiamo approvato all’unanimità, da sinistra a destra, a Piombino, dove c’è il sindaco di Fratelli d’Italia, hanno impugnato gli atti del governo, siamo più patrioti noi di loro”.

Bonaccini ha infine posto a Dino Giarrusso le condizioni per entrare nel Pd: “Noi siamo un partito aperto a chiunque e se Dino Giarrusso vorrà iscriversi al Pd prima di tutto chieda scusa a chi ha offeso in passato e dimostri di accettare le regole e il percorso di questo partito”.

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