Una coalizione di 21 Stati Usa ha intentato causa all’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in risposta alla sua decisione di revocare i permessi per la costruzione dell’oleodotto Keystone XL. Lo riferisce la stampa Usa, secondo cui l’iniziativa è guidata dagli Stati di Texas e Montana. I 21 Stati sostengono che l’amministrazione presidenziale non dispone dell’autorità di alterare unilateralmente le politiche energetiche approvate dal Congresso federale, e che solo quest’ultimo possa regolare il commercio interstatale e internazionale. “Dal suo primo giorno in carica, il presidente Biden ha eletto a propria missione lo smantellamento di tutti i progressi della precedente amministrazione, nello sprezzo completo dei limiti costituzionali al suo potere. La sua decisione di revocare i permessi per l’oleodotto non è solamente un atto illegale, ma anche un danno devastante al tenore di vita di migliaia di lavoratori, delle loro famiglie e delle loro comunità”, recita una nota pubblicata ieri dal procuratore generale del Texas, Ken Paxton.
“Questa amministrazione continua a promuovere posti di lavoro immaginari nell’energia verde, senza comprendere minimamente che le conseguenze reali delle sue azioni renderanno impossibile per molti lavoratori americani mettere il cubo sul piatto“, accusa Pxton. Il progetto dell’oleodotto Keystone XL, osteggiato dall’amministrazione dell’ex presidente Barack Obama, e rilanciato da quella dell’ex presidente Donald Trump, prevede la realizzazione di una conduttura dalla capacità di circa 830mila barili di petrolio dal Canada sino al Montana e alle raffinerie texane del Golfo del Messico.
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