Più che il caro energia, l’inflazione o la guerra in Ucraina sono state le parole del segretario di Stato degli Stati Uniti d’America, Antony Blinken, a infiammare una delle ultime curve della campagna elettorale, a poco più di una settimana dal voto. E non poteva essere diversamente visti gli ingredienti, presunti, della vicenda: una potenza straniera, la Russia; vari partiti politici occidentali, ancora non identificati; e soprattutto tanti soldi. Almeno 300 milioni, secondo un rapporto dell’intelligence statunitense, che sarebbero stati elargiti da Mosca per sostenere movimenti politici occidentali.
Il segretario di Stato Usa ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro italiano, Mario Draghi, ringraziandolo per la sua “leadership esemplare” durante uno dei “periodi più difficili della storia moderna”. Il capo della diplomazia di Washington ha ringraziato il premier italiano per il sostegno garantito all’Ucraina, aggiungendo che “la solidarietà non deve venire meno, adesso che la Russia sta tentando di sfruttare i problemi nelle forniture energetiche per dividere i Paesi occidentali”. Blinken, infine, ha ribadito l’impegno Usa “a lavorare con il prossimo governo italiano su tutti gli interessi che abbiamo in comune”.
In attesa di più dettagliate comunicazioni dagli Stati Uniti sui finanziamenti, la questione ha dato il via ad una serie di dichiarazioni che, fin dalla mattina, hanno monopolizzato la scena politica. Ma forse, per maggiore chiarezza, è necessario partire dalla parole di Adolfo Urso, presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. “In questi dossier – ha chiarito da Washington dove è in missione – non dovrebbero esserci notizie che riguardano il nostro Paese”. Detto questo “l’ingerenza straniera esiste, i sistemi autoritari, Russia e Cina in testa ma non solo, cercano di colpire, delegittimare e sottomettere le nostre democrazie e noi dobbiamo saperlo”, ha aggiunto Urso prima di un passaggio più politico: Fratelli d’Italia, partito di cui fa parte, non ha “nessun collegamento con la Russia, ed è impegnata in prima linea a sostenere le posizioni occidentali”. Intanto, è fissata a domani la riunione del Copasir dove andrà l’autorità delegata, Franco Gabrielli.

Parole in linea con la presidente del partito, Giorgia Meloni, che insieme a Matteo Salvini, è stata la più incalzata sulla questione. “Fratelli d’Italia – ha scandito in mattinata – non prende soldi dagli stranieri, le nostre fonti di finanziamento sono verificabili”. È importante sapere, ha aggiunto, ma non per “qualche motivo specifico, ma per capire se le scelte che alcuni fanno sono convinte o sono in qualche modo imbeccate dagli interessi”. Quanto all’alleato Matteo Salvini, in questi mesi accusato spesso di vicinanza a Mosca, Meloni è stata netta: “Non penso” che la Lega possa aver ricevuto finanziamenti da Mosca. “Non abbiamo mai chiesto ne’ preso soldi dalla Russia” taglia corto Salvini che bolla le polemiche come “aria fritta: facciamo politica per l’Italia e chiediamo il consenso ai cittadini italiani”. Non proprio aria fritta secondo il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, che chiede di sapere “come stanno le cose, ma quel che è certo è che dal 2014 c’è stata sicuramente una forte influenza russa”. E’ inquietante, ha aggiunto, “questo sforzo russo di inquinare la democrazia e noi sosteniamo l’unita’ dell’Europa contro questo tentativo”. Per questo il Pd chiede “trasparenza e informazioni”. Anche perché, fa sapere il ministro degli Esteri e leader di Impegno civico, Luigi Di Maio, il dossier statunitense “potrebbe non essere uno. Il presidente Urso fa una dichiarazione molto cauta, non esistono affermazioni di assoluta certezza”.
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