Il presidente Joe Biden si è detto oggi convinto che “prima o poi” parlerà con il suo omologo russo Vladimir Putin, che in settimana ha definito “un assassino” in un’intervista all’emittente “Abc News”, inducendo il Cremlino a richiamare per consultazioni l’ambasciatore a Washington Anatolj Antonov.
Il capo della Casa Bianca ha parlato in conferenza stampa prima della sua visita alle famiglie della comunità di origine asiatica di Atlanta. “Sono sicuro che prima o poi parleremo”, ha detto Biden rispondendo a una domanda su Putin. Quest’ultimo ieri ha reagito all’attacco verbale dell’omologo statunitense augurandogli “buona salute” e invitandolo a un confronto.
Sulla stampa statunitense, tuttavia, la polemica non trova praticamente spazio: le maggiori testate si limitano a riportare la risposta del Cremlino, con il richiamo per consultazioni dell’ambasciatore a Washington Anatolij Antonov e il commento di Putin che ha augurato “buona salute” a Biden. Nessuna di esse propone un’analisi delle ragioni dietro l’attacco del capo della Casa Bianca, che pure rischia di avere effetti catastrofici sulle relazioni tra due delle principali potenze globali e, di conseguenza, sui futuri equilibri geopolitici. Un silenzio che stride, invece, con la centralità che la questione ha acquisito invece in Russia. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha affermato di non aver “mai visto nulla del genere nella storia”. Vjacheslav Volodin, presidente della Duma di Stato, ha legato le parole di Biden a “un’isteria dettata dall’impotenza”. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha parlato invece di “Stati Uniti prigionieri delle proprie illusioni” e di una “campagna assolutamente insensata di attacchi russofobi”.
Il silenzio dei media statunitensi sembra, tuttavia, riflettere anche un certo grado di imbarazzo a Washington per una dichiarazione non aderente alla strategia politica che finora l’amministrazione Biden ha seguito quando chiamata a confrontarsi con la Russia. Sembra, insomma, alimentare il sospetto che quella di ieri sia stata una di quelle “gaffe” che hanno costellato fin qui la carriera politica di Biden. Il presidente statunitense ieri ha anche ribadito quale sia l’atteggiamento della sua presidenza nei confronti di Mosca: “È possibile – ha detto – camminare e masticare un chewing gum allo stesso tempo”. Ovvero, fuor di metafora, gli Stati Uniti possono attaccare il Cremlino su determinati dossier – in particolare sulle ingerenze in campagna elettorale e sulle violazioni dei diritti umani – e tuttavia rafforzare la cooperazione su altre aree quali, per esempio, il controllo degli armamenti.
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