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Bangladesh, scontri a Dacca tra manifestanti del partito nazionalista e polizia: 90 arresti

L'opposizione chiede l'abrogazione delle leggi speciali e la persecuzione dei responsabili delle esecuzioni extragiudiziali

Dacca
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© Agenzia Nova - Riproduzione riservata

La polizia metropolitana di Dacca ha arrestato almeno 90 dirigenti e attivisti del Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp), la principale forza di opposizione, accusati di aver partecipato a scontri con le forze dell’ordine e atti di vandalismo durante le proteste di oggi contro il governo. Lo ha reso noto il vicecommissario della polizia della capitale, Faruque Hossain, secondo il quale nei disordini sono stati feriti un funzionario e 19 agenti e sono stati danneggiati almeno 30 veicoli, dieci dei quali della polizia. Per disperdere la folla la polizia ha sparato proiettili di gomma, ha riferito Hossain alla stampa. Secondo le ricostruzioni dei media bengalesi, questa mattina nel quartiere di Dholaikhal, nella città vecchia, si sono radunate centinaia di sostenitori del Bnp per partecipare a un sit-in e molti avevano dei bastoni. La polizia è intervenuta per disperderli e si è scatenato uno scontro.


Nel frattempo sono giunti anche membri e simpatizzanti della Lega popolare bengalese (Al, Lega Awami), il partito di governo; anche tra loro c’erano manifestanti muniti di bastoni. La situazione di tensione è durata diverse ore. Oltre al quartiere di Dholaikhal, sono state interessate le zone di Matuail, Uttara e Gabtoli. La Lega Awami ha annunciato contromanifestazioni “per la pace” in altre aree della città, ma ha fatto marcia indietro dopo che la polizia ha fatto sapere che non le avrebbe consentite. Il segretario generale della Lega, Obaidul Quader, tuttavia, ha annunciato che domani il partito intende manifestare contro la “violenza” del Bnp. Il segretario generale del Bnp, Mirza Fakhrul Islam Alamgir, invece, ha annunciato nuove manifestazioni in diverse città del Paese il 31 luglio contro gli “attacchi” della polizia.

Il Bnp contesta le politiche della prima ministra Sheikh Hasina e ha formulato un decalogo di richieste in vista delle prossime elezioni: innanzitutto, le dimissioni del governo in carica, lo scioglimento dell’attuale parlamento (in cui la Lega popolare bengalese ha la maggioranza assoluta) e l’insediamento di un esecutivo ad interim incaricato di formare una commissione elettorale neutrale. Il partito, poi, chiede l’annullamento delle condanne giudiziarie a carico della sua presidente, Khaleda Zia, e di altri dirigenti e attivisti, nonché l’abrogazione di alcune leggi: quelle sulla sicurezza digitale, sull’antiterrorismo e sui poteri speciali.

L’elenco comprende anche istanze di natura economica: la revoca degli aumenti dei prezzi dei prezzi delle pubbliche utilità come l’elettricità, il gas e l’acqua, e la riduzione dei prezzi dei beni essenziali. Seguono altre questioni relative alla giustizia: l’individuazione delle vittime delle sparizioni forzate, la persecuzione dei responsabili delle esecuzioni extragiudiziali e l’applicazione del principio di indipendenza della funzione giudiziaria. Infine, si chiede l’istituzione di una commissione sulla corruzione nei settori bancario ed energetico.

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