E’ fondamentale tornare alla didattica in presenza: e possibilmente già dopo la Pasqua. In un’intervista ad “Agenzia Nova“, l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha voluto ribadire un concetto più volte espresso anche quando guidava il dicastero. “I nostri studenti stanno soffrendo non poco e anche le loro famiglie. In particolare – ha chiarito l’esponente del Movimento 5 stelle – penso agli adolescenti e soprattutto ai più piccolini che sono sempre andati a scuola e che ora si trovano fuori dalle aule scolastiche”.
L’auspicio dell’ex ministra, a questo punto, è che “seguano i fatti alle premesse espresse dal governo e dopo Pasqua si riaprano le scuole”. Secondo l’ex ministra, inoltre, il prolungamento fino al 30 giugno delle lezioni, per far fronte alle tante ore di didattica in presenza perse durante l’anno, “è stata un’idea che è durata il tempo delle consultazioni”. “A questo punto mi auguro che le scuole riaprano quanto prima perché altrimenti servirebbero eccome. E’ stata un marcia indietro rispetto anche a quanto detto dal presidente Draghi all’inizio del suo mandato”, ha concluso.
Azzolina ha poi parlato del capitolo relativo alla scuola contenuto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). “Non eravamo cosi in ritardo come qualcuno diceva”, ha detto l’esponente del Movimento 5 stelle, che ha ricordato come ieri il ministro Bianchi abbia “riconosciuto che il piano italiano, sull’istruzione, non si tocca perché la commissione europea lo ha già apprezzato così come scritto”. L’ex ministra ha però voluto ricordare anche l’importanza di questi fondi per il mondo della scuola: “Innanzitutto per l’edilizia scolastica, che serve a combattere le classi sovraffollate; e poi per le discipline Stem, per gli Its e tutto quello che può essere la scuola del futuro e che i nostri studenti meritano”. Azzolina ha infine affermato come, a suo avviso, la scelta di chiudere gli istituti scolastici alla didattica in presenza “come è stato fatto” non sia “una scelta adeguata”.
Una scelta che ha lasciato l’ex ministra “molto basita: fra l’aprire tutto e chiudere tutto esistono delle vie di mezzo come ad esempio dare più mascherine Ffp2 agli insegnanti, se si ritengono più sicure, o abbassare la percentuale di studenti in presenza”. Ma, questa la tesi dell’ex ministra, “fra 100 e 0 va trovata una buona via di mezzo: riportiamo i nostri studenti a scuola perché non possono più stare a casa”. Quanto alla possibilità di “doppi turni” per le lezioni in presenza, il ministro ha ricordato che “in alcune scuole già si faceva perché era già previsto dal piano scritto a giugno”.
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