Continua il riassetto internazionale del Gruppo Aviva, che punta a “focalizzarsi sui paesi più forti”: il Gruppo ha annunciato oggi la vendita delle rimanenti attività Vita e Danni italiane per un valore di 873 milioni di euro. Stando al relativo comunicato stampa, il valore totale delle attività sale così a 1,2 miliardi di euro, includendo il 49 per cento di Aviva Spa posseduto dal Gruppo Unicredit. In particolare, prosegue la nota, il Gruppo ha venduto il business Vita a Cnp Assurances per 543 milioni di euro e il business Danni ad Allianz per 330 milioni: il primo ramo include Aviva Life, Aviva Italia Servizi e il 51 per cento di Aviva, mentre il secondo comprende anche Aviva Italia Spa. Unite ai proventi attesi dalla vendita delle quote di Aviva Vita ad Ubi Banca, prosegue la nota, Aviva realizzerà 1,3 miliardi di liquidità dalla vendita complessiva del business italiano. “Dall’annuncio della nuova strategia ad agosto dello scorso anno, abbiamo annunciato sette cessioni che genereranno oltre cinque miliardi di sterline di profitti: un avanzamento che ci consente di focalizzarci sulla trasformazione e la crescita dei nostri business più forti nel Regno Unito, in Irlanda e in Canada”, ha commentato Amanda Blanc, amministratore delegato di Aviva.
La vendita delle attività italiane ad acquirenti di alto livello, ha continuato, è un buon risultato per i nostri clienti, dipendenti e distributori. “Avevamo promesso di agire velocemente e lo stiamo facendo: continueremo a lavorare per migliorare il business di Aviva a beneficio dei nostri azionisti”, ha concluso. Stando alla nota, l’impatto finanziario delle transazioni stimato al 31 dicembre 2020 è pari all’aumento del Solvency II capital surplus di 260 milioni di sterline; all’aumento del capitale in eccesso al di sopra del 180 per cento Solvency II ratio di 760 milioni di sterline; e all’aumento in Ifrs net asset value di di 260 milioni. Il Gruppo ha precisato che i dipendenti in Italia verranno trasferiti assieme ai business, aggiungendo di voler utilizzare l’incremento di capitale e liquidità per sostenere il piano di riduzione del debito, per investimenti di crescita a lungo periodo e per la restituzione agli azionisti del capitale in eccesso. Le transazioni sono soggette all’approvazione dell’ente regolatore e dell’Antitrust, e la finalizzazione è attesa nella seconda metà del 2021.