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Attesa per il discorso di Xi: il presidente cinese domani sera parlerà della crisi in Medio Oriente

Le dichiarazioni saranno rilasciate dopo il vertice del gruppo Brics

Pechino
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Il presidente della Cina, Xi Jinping, interverrà domani al vertice straordinario virtuale del gruppo Brics dedicato al conflitto nella Striscia di Gaza, e in serata rilascerà “importanti dichiarazioni” da Pechino sulla crisi. Lo ha annunciato oggi il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Sua Chunying, precisando che Xi è stato invitato all’evento dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. L’intervento giunge dopo l’arrivo in Cina di una delegazione araba e islamica di alto livello impegnata nel tentativo di favorire la fine delle ostilità nella Striscia di Gaza e di consentire l’ingresso di aiuti umanitari nell’exclave palestinese. La delegazione comprende il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, Faisal bin Farhan Al Saud; il vicepremier e ministro degli Esteri della Giordania, Ayman Safadi; il ministro degli Esteri dell’Egitto, Sameh Shoukry; gli omologhi di Indonesia e dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), rispettivamente Retno Marsudi e Riyad al Maliki; nonché il segretario generale dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic), Hissein Brahim Taha. Il ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi, ha dichiarato che Israele dovrebbe fermare la “punizione collettiva” della popolazione a Gaza e aprire un corridoio umanitario il prima possibile per prevenire una “catastrofe umanitaria”, lanciando poi “cinque proposte” per porre fine al conflitto tra Israele e il gruppo islamista palestinese Hamas.


“Il fatto che questa delegazione congiunta a livello di ministri degli Esteri abbia effettuato in Cina la prima tappa di (un tour di) mediazione internazionale dimostra un alto grado di fiducia nei nostri confronti, riflettendo una lunga tradizione di comprensione e sostegno reciproco tra le parti”, ha detto Wang. Il ministro cinese, come riportato dall’agenzia di stampa “China News Service”, ha ricordato che Pechino ha “lavorato duramente” per smorzare le tensioni tra Israele e Hamas, proteggere i civili, ampliare la portata degli aiuti umanitari e attuare tempestivamente la soluzione dei due Stati. “Abbiamo sempre salvaguardato fermamente i legittimi diritti e interessi dei Paesi arabi e islamici, sostenendo sempre la giusta causa del popolo palestinese che punta al ripristino dei loro legittimi diritti e interessi nazionali. La Cina si schiera con fermezza dalla parte dell’equità e della giustizia in questo conflitto”, ha aggiunto Wang. Il titolare della diplomazia cinese ha poi dichiarato di apprezzare il contributo alla mediazione offerto dai Paesi arabi e islamici, illustrando cinque proposte per porre fine al conflitto a Gaza.

Innanzitutto, è di prioritaria importanza attuare pienamente le relative risoluzioni del Consiglio di sicurezza e dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Invocare il “cessate il fuoco non è più retorica diplomatica ma una questione di vita o di morte per la popolazione a Gaza”, ha detto Wang. In secondo luogo, bisogna aderire al diritto internazionale: la Cina si oppone alla “rilocazione forzata” dei civili palestinesi e ritiene che Israele debba fermare “la punizione collettiva” della popolazione. In terzo luogo, qualsiasi accordo che coinvolga “il futuro e il destino dei palestinesi deve ottenere la loro approvazione e tenere conto delle legittime preoccupazioni degli Stati regionali. Qualsiasi conclusione alla situazione attuale non dovrebbe discostarsi dalla soluzione dei due Stati e favorire la pace e la stabilità regionali”.

Il Consiglio di sicurezza dovrebbe inoltre ascoltare le richieste dei Paesi arabi e islamici, intraprendendo “azioni responsabili” per raffreddare la situazione. Come presidente di turno del Consiglio, la Cina intende continuare a rafforzare il coordinamento con i governi dei suddetti Paesi. Infine, Pechino richiede la convocazione di una conferenza di pace internazionale ad ampio spettro che appronti una tabella di marcia per attuare la soluzione dei due Stati. “La ragione fondamentale del ricorrente ciclo di conflitti tra le parti è che i diritti del popolo palestinese alla statualità e alla sopravvivenza” sono stati ignorati per lungo tempo: trovare una “equa soluzione” alla questione palestinese equivale a garantire una pace e una stabilità duratura in Medio Oriente, ha concluso il titolare della diplomazia cinese.

Durante la visita in Cina, a ribadire lo scopo della trasferta è stato anche il ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan Al Saud: “Siamo qui per inviare un segnale chiaro: dobbiamo fermare immediatamente i combattimenti e le uccisioni, consegnare immediatamente aiuti umanitari a Gaza” Secondo la stampa dell’Egitto, la delegazione araba e islamica ha esercitato “pressioni” sulla Cina “affinché sostenga la Striscia di Gaza e fermi la guerra”. Il capo della diplomazia egiziana Shoukry ha ribadito la “forte posizione che rifiuta lo sfollamento” dei palestinesi, una vera e propria “linea rossa” per l’Egitto. “Gli sfollamenti minacceranno la pace, la sicurezza e la stabilità nella regione e nel mondo”, ha affermato Shoukry. “Il Consiglio di sicurezza ha la responsabilità di proteggere la legittimità internazionale, e questa è la posizione della Cina che conosciamo e ci aspettiamo”, ha continuato Shoukry. “Sfortunatamente, alcuni grandi Paesi forniscono copertura agli attuali attacchi israeliani”, ha concluso il ministro egiziano, riferendosi probabilmente agli Stati Uniti.

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