L’attacco a Isfahan potrebbe aver colpito un impianto per lo sviluppo di missili ipersonici

L'ipotesi del quotidiano israeliano “Yedioth Ahronoth”: il sito militare colpito è usato da Teheran per sviluppare missili ipersonici in collaborazione con la Russia

L’attacco aereo contro il sito militare di Isfahan, nell’Iran centrale, potrebbe aver colpito un impianto utilizzato da Teheran per la realizzazione di missili ipersonici con il sostegno della Russia. È l’ipotesi lanciata dal quotidiano israeliano “Yedioth Ahronoth”. Al momento non vi sono rivendicazioni ufficiali dell’attacco, che, come fa notare il quotidiano israeliano è stato condotto da uno o più Paesi con capacità di intelligence e tecnologiche molto avanzate, che gli consentono di effettuare un attacco aereo contro una sensibile struttura militare-industriale dei Guardiani della rivoluzione iraniana (i cosiddetti pasdaran) protetta da batterie di difesa aerea. Funzionari statunitensi sentiti dal quotidiano israeliano, hanno negato la paternità dell’attacco, osservando che l’azione sarebbe stata condotta invece dallo Stato di Israele con l’obiettivo di danneggiare un tentativo iraniano di sviluppare missili ipersonici.

Come fa notare il quotidiano israeliano, lo stesso ministero della Difesa dell’Iran e il responsabile della diplomazia di Teheran, Hossein Amirabdollahian, ha ammesso che il sito attaccato era una “fabbrica di munizioni”. Il regime iraniano ha inoltre affermato che l’attacco è stato effettuato utilizzando droni di grandi dimensioni che trasportavano una grande quantità di materiale esplosivo dotati di telecamera e sensori di navigazione in grado di indirizzarli precisamente sull’obiettivo. L’attacco a Isfahan apparentemente ha avuto molto successo e, secondo fonti iraniane, quattro strutture per lo sviluppo di armi sono state danneggiate.


 

Gli obiettivi colpiti si trovano in profondità nel territorio della Repubblica islamica, a centinaia di chilometri dalle coste del Golfo Persico, Mar Caspio o dai confini con i Paesi vicini. Pertanto, l’ipotesi azzardata dal quotidiano israeliano è che i droni suicidi siano stati lanciati da piattaforme situate all’interno dell’Iran. In Medio Oriente sono attive solo tre entità statali con capacità così avanzate: gli Stati Uniti, Israele e, in misura limitata, l’Azerbaigian.

Secondo lo “Yedioth Ahronoth”, gli Stati Uniti “sono ora interessati a mantenere la calma in Medio Oriente per potersi concentrare sulla guerra in Ucraina e sul conflitto strategico-economico con la Cina”. L’Azerbaigian è uno storico rivale dell’Iran, considerato che Teheran sostiene l’Armenia nello scontro con Baku. Tuttavia, nonostante le tensioni tra i due Paesi abbiano giunto il loro culmine in questi giorni dopo l’attacco contro l’ambasciata azerbaigiana a Teheran lo scorso 27 gennaio, in cui è rimasta uccisa una guardia di sicurezza, l’attacco di ieri sera risulta troppo complesso per essere collegato a una ipotetica risposta da parte di Baku.

Il quotidiano statunitense “The Wall Street Journal” ha attribuito a Israele la responsabilità dell’attacco. Il noto analista e giornalista israeliano Barak Ravid ha riferito inoltre sul suo profilo Twitter che fonti vicine al fascicolo hanno rivelato che l’attacco alla struttura del ministero della Difesa iraniano a Isfahan è stato “preciso, chirurgico e di successo”. Secondo le fonti citate da Ravid, “la struttura era collegata al programma missilistico iraniano: quattro diverse aree dell’edificio sono state accuratamente mirate e l’obiettivo è stato raggiunto”.

In passato Israele ha condotto azioni contro gli impianti nucleari di Natanz (due attacchi tra il 2020 e il 2021) e il sito nucleare di Karaj nel giugno 2021. Uno dei più efficaci è stato quello condotto a metà febbraio 2022 contro una base aere situata nei pressi della città di Kermanshah, nell’Iran occidentale, in cui erano stati distrutti almeno 120 droni iraniani. Nello specifico la città di Isfahan è una delle più importanti a livello nazionale in termini di industrie militari, in quanto contiene molti impianti per la produzione di armi e munizioni e comprende anche il famoso impianto di Natanz, uno dei principali siti nucleari iraniani.

Leggi anche altre notizie su Nova News
Seguici sui canali social di Nova News su Facebook
, Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram