I carabinieri del Nas di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, falso, ricettazione, truffa e corruzione, turbata libertà degli incanti, traffico illecito d’influenze ed altro. Sono 12 gli indagati finiti agli arresti domiciliari mentre altre 6 persone sono state raggiunte da misure interdittive. Eseguito anche un provvedimento di sequestro preventivo di beni, per la somma complessiva di circa 1.580.000 euro, nei confronti di 48 indagati. Il provvedimento è stato emesso dal gip presso il Tribunale di Napoli Nord nell’ambito dell’indagine Penelope, relativa a episodi di assenteismo, corruzione e gare d’appalto truccate presso l’Asl casertana.
Caserta: ipotesi delittuose nei confronti di 79 persone
L’indagine presso l’Asl di Caserta trae origine da una segnalazione, inviata ai carabinieri del Nas di Caserta da parte dell’Asl riguardante anomalie nell’utilizzo del sistema informatico interno di gestione delle presenze, da parte di un dipendente che ne aveva accesso per la propria funzione di coordinatore amministrativo aziendale. Gli inquirenti nel corso delle indagini hanno ricostruito ipotesi delittuose nei confronti di 79 persone finalizzate alla turbata libertà degli incanti mediante: l’affidamento a poche ditte compiacenti, di lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali in cambio di somme di danaro e regalie varie; una serie di falsi ed abusi, in ordine alla gestione di pazienti con patologie psichiatriche che venivano affidati a strutture esterne convenzionate (cogestori) senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo. Secondo gli inquirenti l’affidamento dei servizi di trasporto in emergenza 118 sarebbero stati affidati a un’associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, avrebbero corrisposto a uno dei componenti della commissione aggiudicatrice e ad altri dipendenti compiacenti dell’Asl, regalie o altri vantaggi quali assunzioni di propri familiari.
Coinvolte anche alcune strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell’affidamento diretto dei pazienti e dell’omessa attività di controllo sui piani riabilitativi, corrispondevano periodicamente somme di danaro ed altre regalie ai funzionari pubblici che erano preposti alla tutela e corretta attività di recupero dei pazienti psichiatrici. Secondo chi ha condotto le indagini si sarebbe verificato anche l’affidamento pilotato di incarichi legali e mantenimento di apicali incarichi dirigenziali in seno all’Asl, mediante traffici di influenze illecite.