L’Arabia Saudita ha intenzione di divenire il più grande esportatore mondiale di idrogeno e punta sulla Germania per esportare questo prodotto in Europa. L’accordo siglato lo scorso 11 marzo, in modalità virtuale, dal ministro dell’Economia e dell’Energia tedesco Peter Altmaier e il responsabile dell’Energia saudita, Abdulaziz bin Salman al Saud, è finalizzato proprio a raggiungere quest’obiettivo. Secondo quanto riporta un’analisi del quotidiano tedesco “Handelsblatt”, l’accordo mira a consentire l’importazione in Germania di grandi quantità di idrogeno saudita. Si tratta dell’idrogeno verde, prodotto dall’elettrolisi dell’acqua, per la cui produzione verranno impiegate le energie rinnovabili. Il ministro dell’Energia saudita ha annunciato due settimane fa che l’Arabia Saudita, il più grande esportatore mondiale di petrolio sino ad oggi, sta lavorando per divenire “il più grande esportatore di idrogeno a livello globale”. “Se l’Europa vuole comprare più idrogeno, idrogeno verde saudita, saremmo più che felici”. Come indica l’analisi di “Handelsblatt”, l’Europa, invece, vuole investire 500 miliardi di euro nell’infrastruttura dell’idrogeno, ma non è ancora stato chiarito se l’idrogeno consumato dai Paesi europei sarà prodotto solo localmente o se sarà anche importato. Secondo Peter Terium, responsabile per l’approvvigionamento energetico della città futuristica Neom, attualmente in costruzione nel nord dell’Arabia Saudita, ha osservato che l’Europa non ha abbastanza spazio libero per generare l’elettricità necessaria per la produzione di idrogeno dall’energia eolica e solare. Per Terium, l’Europa “in nessun caso sarà in grado di produrre da sola tutto l’idrogeno”.
Come indica il quotidiano tedesco, l’Arabia Saudita ha proposto un gasdotto per trasportare il proprio idrogeno verso l’Europa, ma tale ipotesi appare irrealistica a causa dei costi e delle tempistiche di realizzazione dell’infrastruttura. Finora l’idrogeno è stato convertito in ammoniaca per l’esportazione e trasportato via nave. La prima cooperazione sull’idrogeno è già in corso: “Stiamo costruendo la più grande fabbrica di idrogeno del mondo da cinque miliardi di dollari, utilizzando la tecnologia tedesca”, ha affermato Terium. Nella megalopoli Neom, sul Mar Rosso, la compagnia energetica saudita Acwa Power e la compagnia statunitense Air Products stanno costruendo un impianto che produrrà 650 tonnellate di idrogeno al giorno attraverso l’elettrolisi. La controllata ThyssenKrupp Uhde sta fornendo componenti importanti per l’elettrolizzatore necessario a tale processo e ha ricevuto finanziamenti dal ministero federale dell’Economia tedesco pari a 1,5 milioni di euro. Terium si è espresso a favore del sostegno politico per consentire la cessazione delle enormi esportazioni di idrogeno saudite in Europa.
Christof Ruhl, ex capo economista della compagnia petrolifera Bp e oggi esperto di energia presso le università di Harvard e Columbia, ha sottolineato ad “Handelsblatt” gli alti costi di un gasdotto dall’Arabia Saudita all’Europa. Secondo l’analista, la cooperazione tedesco-saudita sull’idrogeno che è stata ora concordata è un buon esempio di “come meglio unire la tecnologia tedesca e la forza finanziaria dell’Arabia Saudita”. Riad promette persino riduzioni significative dei prezzi per l’idrogeno verde: “Annunceremo a breve quanto a buon mercato possiamo produrre idrogeno verde”, ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro dell’Energia saudita. Finora la produzione è costata quasi 5 dollari al chilo, ma si prevede che i prezzi per un progetto di idrogeno leader a livello mondiale in Arabia Saudita scendano a 1,50 dollari al chilo entro il 2030, divenendo quasi più economico dei combustibili fossili. Il progetto sull’idrogeno in costruzione a Neom dovrebbe produrre abbastanza carburante senza emissioni da consentire l’esportazione di 1,2 milioni di tonnellate di ammoniaca verde all’anno.
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