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Arabia Saudita-Cina: la visita di Xi rilancia il partenariato tra i Paesi arabi e Pechino

Tre i vertici ospitati a Riad

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L’auspicio di una nuova fase di cooperazione tra la Cina e i Paesi arabi, guidati dall’Arabia Saudita, l’attivismo di Pechino e l’acquisto di petrolio e gas in yuan, oltre al rifiuto dell’ingerenza esterna negli affari dei singoli Paesi, sono stati i punti salienti dei tre vertici ospitati a Riad dal principe ereditario saudita, Mohammad bin Salman, che ha accolto il presidente cinese Xi Jinping. Il principe ereditario dell’Arabia Saudita ha espresso l’auspicio di una nuova fase del partenariato tra Paesi arabi e la Cina. Nel discorso pronunciato in apertura al vertice arabo-cinese, a cui hanno preso parte circa 30 capi di Stato e di governo della regione, il principe ereditario ha espresso l’auspicio di “migliorare il livello di cooperazione” e ha annunciato l’intenzione di inaugurare “una nuova fase di partenariato”.

Da parte sua, il presidente Xi ha affermato che “la Cina e i Paesi arabi si fidano l’uno dell’altro e sono legati da sentimenti fraterni”, ricordando che “il partenariato strategico sino-arabo è basato su una cooperazione globale e uno sviluppo comune per un futuro migliore”. Nel suo intervento il presidente cinese ha sottolineato l’eccellente stato delle relazioni tra Pechino e i Paesi arabi, definendole un modello, come dimostrato dai 17 meccanismi di cooperazione nell’ambito del Forum di cooperazione arabo-cinese. Nel suo discorso, Xi ha ricordato che negli ultimi dieci anni il volume della cooperazione ha raggiunto i 300 miliardi di dollari, mentre il saldo degli investimenti diretti reciproci ammontava a 27 miliardi di dollari, con circa 200 progetti attuati nell’ambito dell’Iniziativa della Nuova via della seta (Bri, Belt and Road Initiative).

Il vertice tra il presidente Xi e i leader dei Paesi arabi è stato preceduto dal summit tra Cina e i sei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg) – Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar – presieduto dallo stesso capo dello Stato cinese e dall’erede al trono saudita. “Ci incontriamo alla luce di sfide e circostanze eccezionali che ci impongono di cooperare”, ha affermato Mohammed bin Salman nel discorso di apertura del vertice Cina-Golfo. “Il vertice riflette il desiderio comune di rafforzare la cooperazione” delle monarchie del Ccg con la Cina, ha aggiunto il principe ereditario saudita. “Abbiamo discusso della creazione di una zona di libero scambio Cina-Golfo e stiamo esplorando opportunità di cooperazione con la Cina nei settori della sicurezza alimentare e delle catene di approvvigionamento”, ha affermato il principe ereditario saudita.

Nel suo intervento, l’erede al trono saudita ha affermato che i Paesi del Ccg confermano il loro “continuo ruolo di fonte affidabile di energia per soddisfare le esigenze dell’economia globale e della Cina”. Nel suo intervento, il principe ereditario saudita ha inoltre sottolineato, facendo riferimento alle varie situazioni di crisi irrisolte, dalla Libia allo Yemen, che la “stabilità nella regione sarà raggiunto solo con l’uscita delle “milizie” e con la cessazione delle interferenze esterne negli affari interni dei Paesi. Da parte sua, il presidente cinese Xi ha dichiarato: “Continueremo il nostro fermo sostegno alla sicurezza dei paesi del Golfo e continueremo a importare petrolio in grandi quantità dai Paesi del Golfo”. Secondo il capo dello Stato cinese, il Ccg “è riuscito a superare le sfide globali”, osservando che è possibile raggiungere l’integrazione economica e industriale. “Gli Stati del Golfo e la Cina creeranno un centro di investimento congiunto. Rafforzeremo la cooperazione con i Paesi del Golfo per investire in energia verde”, ha dichiarato il presidente cinese, che ha aperto alla possibilità di creare un centro congiunto con le monarchie regionali per la sicurezza nucleare.

La Cina lavorerà per acquistare petrolio e gas in yuan, ha dichiarato Xi nel suo intervento, affermando che la Cina e le nazioni del Golfo dovrebbero sfruttare appieno la borsa del petrolio e del gas di Shanghai come piattaforma per effettuare operazioni in yuan. “La Cina continuerà a importare grandi quantità di petrolio greggio dai Paesi del Ccg, a espandere le importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl), a rafforzare la cooperazione nello sviluppo di petrolio e gas a monte, nei servizi di ingegneria, nello stoccaggio, nel trasporto e nella raffinazione e a sfruttare appieno la Borsa del petrolio e del gas di Shanghai come piattaforma per effettuare operazioni in yuan nell’ambito del commercio di petrolio e gas”, ha affermato. Nel suo discorso, Xi ha proposto altre aree di cooperazione nei prossimi tre o cinque anni, tra cui finanza e investimenti, innovazione e nuove tecnologie, nonché aerospazio, lingua e cultura. “La Cina è disposta a svolgere una cooperazione normativa finanziaria con i Paesi del Ccg, facilitare le imprese del Golfo a entrare nel mercato dei capitali cinese, stabilire un’associazione di investimento congiunta con il Golfo, sostenere i fondi sovrani di entrambe le parti affinché cooperino in varie forme”, ha affermato Xi.

La dichiarazione del presidente cinese sulla possibilità di effettuare operazioni commerciali nell’acquisto di petrolio e gas in yuan conferma l’obiettivo di Pechino di stabilire la propria valuta a livello internazionale, indebolendo la presa del dollaro statunitense sul commercio mondiale. Il principale esportatore di petrolio, l’Arabia Saudita, e la seconda economia del mondo, hanno entrambi inviato messaggi forti durante la visita di Xi sulla “non interferenza” in un momento in cui il rapporto tra il regno saudita e gli Stati Uniti è stato messo a dura prova sui sul tema del rispetto dei diritti umani, con il caso del giornalista Jamal Khashoggi, che sul fronte energetico, con l’amministrazione di Washington guidata da Joe Biden che fortemente criticato la politica di tagli petroliferi avviata dai Paesi del Golfo, accusando Riad di favorire la Russia.

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