Il Congresso dei deputati spagnolo ha approvato in via definitiva con 202 voti a favore e 141 contrari (quelli del Partito popolare e di Vox) la legge sull’eutanasia che entrerà in vigore tra tre mesi. I cittadini che soffrono di malattie incurabili, croniche e invalidanti o che sono in fase terminale e che non hanno alcuna speranza di godere di una vita dignitosa a causa di “sofferenze intollerabili” potranno porvi fine “in modo cosciente, volontario e informato”. Potranno decidere di ricorrere all’eutanasia o per mano propria o con un aiuto, ma sempre sotto la supervisione medica. Potranno richiedere la morte medicalmente assistita i cittadini spagnoli o stranieri con residenza legale in Spagna da oltre 12 mesi di età superiore ai 18 anni “coscienti” al momento della presentazione della domanda. Se la persona non soddisfa il requisito di essere cosciente, può rientrare nei casi previsti dalla legge sull’eutanasia se ha “precedentemente firmato un documento di istruzioni, testamento biologico, direttive anticipate o documenti equivalenti legalmente riconosciuti”.
Il processo prevede che la persona interessata deve prima richiedere l’eutanasia due volte per iscritto a 15 giorni e rendere chiaro che non è “il risultato di alcuna pressione esterna”. Dopo la prima richiesta, il medico responsabile del caso deve impegnarsi in un “processo deliberativo con il paziente richiedente sulla sua diagnosi, le possibilità terapeutiche e gli esiti attesi, così come le possibili cure palliative, assicurandosi che egli comprenda le informazioni fornite”. Il paziente deve confermare la sua volontà per quattro volte e tutto dovrà essere registrato nella cartella clinica e può interrompere la richiesta in qualsiasi momento. Il caso passerà poi all’esame di una commissione (ce ne sarà una per ogni Comunità autonoma e città) che valuterà se la richiesta è giustificata e informerà il medico responsabile affinché possa procedere o meno all’eutanasia o facilitare il suicidio. Il suicidio assistito potrà essere praticato in centri sanitari pubblici, privati o sovvenzionati, e nel domicilio del paziente. Gli operatori sanitari direttamente coinvolti nella fornitura di aiuto alla morte possono esercitare il loro diritto all’obiezione di coscienza che deve essere espressa “in anticipo e per iscritto”.
Secondo l’ultimo sondaggio di “Metroscopia” del 2019, l’87 per cento dei cittadini spagnoli sono favorevoli all’eutanasia, compresi gli elettori di destra e i cattolici praticanti. Il dibattito in Aula ha evidenziato le profonde discrepanze ideologiche tra la maggioranza e opposizione di destra, con Partito popolare (Pp) e Vox che vedono nella norma un “aberrazione morale” e puntano invece per un rafforzamento globale delle cure palliative ed il resto dei gruppi parlamentari. Pp e Vox hanno già annunciato la presentazione di un ricorso di incostituzionalità contro la legge e il partito di estrema destra guidato da Santiago Abascal, inoltre, includerà la richiesta di sospensione della norma fino a quando la Corte costituzionale non si pronuncerà sul merito della stessa. Oggi la Spagna è un Paese “più umano, più giusto e più libero” ha affermato il primo ministro Pedro Sanchez nel commentare una legge “ampiamente richiesta dalla società” che “diventa finalmente una realtà”. Sanchez ha ringraziato “tutte le persone che hanno lottato instancabilmente perché il diritto di morire con dignità fosse riconosciuto in Spagna”. Mentre il portavoce aggiunto del Pp al Congresso dei deputati, Jose Ignacio Echániz, nel corso del dibattito in Aula ha affermato che questa legge sull’eutanasia “non è pensata per casi eccezionali, ma è un potente appello ai vulnerabili. Spingerli all’eutanasia è un atto vergognoso di negligenza sociale, ecco perché sosteniamo una legge sulle cure palliative”. Con l’approvazione di questa legge la Spagna si è unita in Europa a Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e a regolamentare l’eutanasia. In Svizzera il suicidio assistito è consentito per un vuoto giuridico, mentre è stata approvata dal Portogallo, ma la Corte costituzionale l’ha fermata per “mancanza di densità normativa”.
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