È da poco diventato presidente Europa di Philip Morris (Pmi), dove prima si è occupato di forniture e catene di approvvigionamento, passando attraverso la tempesta perfetta generata da Covid e guerra in Ucraina. Massimo Andolina in una intervista a “Repubblica” conferma la strategicità dell’Italia per il colosso del tabacco, che con l’indotto garantisce lavoro a 38 mila addetti, tra cui 22 mila agricoltori raccolti in mille aziende, grandi e piccole sparse tra Veneto, Umbria e Campania. “L’Italia per noi, però, è anche tecnologia: qui sono nati i nostri prodotti più innovativi grazie alle competenze presenti sul territorio”. Quanto all’accordo quinquennale col ministero dell’Agricoltura: “L’intesa non è una novità, ma una continuazione di un accordo che abbiamo firmato nel 2011 e che rinnoviamo fino al 2027. Serve a dare stabilità a chi opera nella filiera della produzione del tabacco. Di solito le commodities hanno prezzi che oscillano molto. Con questo accordo invece stabiliamo i volumi e le condizioni: acquistiamo per cinque anni consecutivi circa il 50 per cento della produzione italiana, 21 milioni di chili l’anno, e in questo modo creiamo una catena corta e sostenibile, dando più risorse ai coltivatori”. Poi il presidente spiega cosa intende per sostenibile: “Guardiamo alle condizioni di lavoro e a come migliorarle, cerchiamo di utilizzare più energia rinnovabile, meno acqua e meno prodotti fitosanitari”.
Peraltro un grande acquirente come Pmi non rischia di mettere in difficoltà i piccoli produttori: “Non vogliamo imporre il prezzo, questa è una dinamica presente per altre commodities, per spremere il margine dell’agricoltore. Noi siamo molto attenti alla sostenibilità economica della filiera”. “Lo scorso anno – aggiunge – ci siamo trovati con costi energetici superiori. Ci siamo seduti insieme al nostro partner Coldiretti, e abbiamo messo sul tavolo 20 milioni di euro per compensare costi maggiori”. Andolina sottolinea inoltre come l’Italia sia “il più grande produttore europeo di tabacco greggio e per tradizione ha pratiche di coltura molto avanzate che garantiscono i migliori livelli di produttività al mondo. Vengono qui da tutto il mondo per imparare dalle nostre pratiche, sviluppate negli anni grazie alla partnership strategica con Coldiretti. In Italia non troviamo i prezzi più bassi, ma una filiera integrata e sostenibile che è più importante del low cost”. “Siamo presenti in 180 paesi, – conclude Andolina – ma qui abbiamo l’eccellenza”.
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