L’ambasciatore d’Italia nella Repubblica democratica del Congo ucciso lunedì 22 febbraio in un attacco armato, Luca Attanasio, si era convertito all’Islam durante la sua permanenza in Marocco come console generale a Casablanca. La notizia, pubblicata in prima battuta dal quotidiano online “La Luce”, è stata confermata ad “Agenzia Nova” da Hamza Piccardo, ex portavoce dell’Unione delle comunità islamiche in Italia (Ucoii) e autore dell’edizione italiana del Corano approvata dall’Arabia Saudita.
È possibile che la conversione all’Islam si sia resa necessaria per consentire al diplomatico di sposare Zakia Seddiki, la moglie di origini marocchine con la quale avrebbe successivamente fondato l’organizzazione non governativa Mama Sofia. Sulla vicenda è intervenuto anche l’imam della Moschea di Maria di Cascina Gobba, che fa capo all’Associazione islamica di Milano, Baraa al Obeidi, secondo cui Attanasio va considerato a tutti gli effetti un martire secondo la definizione islamica, poiché ucciso da innocente e nell’ambito del suo impegno umanitario.
“La Luce” riferisce che alcune comunità islamiche in Italia si stanno dunque organizzando per celebrare questo venerdì la Salat al ghaib, la preghiera per il defunto in assenza per Attanasio e per il suo autista Mustapha Milambo.
L’Ucoii fa sapere ad “Agenzia Nova” che non desidera in questo momento commentare al riguardo per rispetto ai familiari del dottor Attanasio.
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