Il diritto alla felicità. Su questo principio si è incentrata la lectio magistralis organizzata oggi alla Luiss dalla Fondazione Guido Carli, teatro di un dialogo tra Gianni Letta e Brunello Cucinelli. Una “sfida alta e ambiziosa” quella descritta dalla presidente Romana Liuzzo, proponendo di inserire tale diritto all’interno della Costituzione italiana – seguendo l’esempio della Dichiarazione d’indipendenza statunitense – dedicandovi un nuovo comma all’interno dell’articolo 3, che sancisce il principio di uguaglianza. Una proposta che nasce dalla necessità, secondo la presidente della Fondazione, di “superare la cultura dello scarto”, e che è stata accolta con grande interesse dagli ospiti presenti al convegno: la sindaca di Roma Virginia Raggi, il presidente della Luiss Vincenzo Boccia, la vicepresidente Paola Severino, e i due protagonisti della lectio magistralis, Gianni Letta e Brunello Cucinelli. Intangibile ed estremamente soggettivo, il concetto di felicità ha subito trasformazioni importanti nel corso dell’ultimo anno, ribadite anche dalla sindaca Raggi nel suo intervento di apertura. “Ritengo che l’attuazione e la tutela di valori come la libertà, l’uguaglianza, il diritto alla salute o la libertà di espressione, insieme allo sviluppo delle persone, siano precondizioni necessarie della felicità: non possiamo forse dire che quest’ultima sia la somma di tali diritti, ma sicuramente si coniuga con la loro esistenza e garanzia”, ha detto la sindaca, sottolineando la necessità che la garanzia di tali principi sia “il faro verso cui muovere l’azione amministrativa”.
Un’azione che, ha continuato, deve guardare sempre al benessere collettivo e non a quello del singolo, sebbene trovare tale equilibrio sia “spesso molto complicato”. Ma verso la felicità, secondo la sindaca, ci si sta già muovendo a dispetto dello stato di sconforto derivante dall’emergenza pandemica. “L’economia e le condizioni sociali sono devastate, eppure guardiamo tutti con fiducia al futuro ricostruendo i nostri legami: nessuno lo farebbe senza avere come obiettivo la felicità”, ha affermato, ribadendo la necessità di trasformare tali diritti fondamentali nella base su cui ricostruire “un paese fondato su principi di solidarietà, inclusione e uguaglianza, e che facciano ripartire il lavoro” anche nel quadro del Recovery fund europeo. Una ripresa che, secondo il presidente della Luiss Vincenzo Boccia, passa anche per un’economia “forte, che contribuisce a rendere una società più giusta, aperta e inclusiva”. Ma la felicità non passa solo per il benessere economico, ed è su questo punto che si è soffermato lo stilista e imprenditore Brunello Cucinelli durante la lectio, ricordando come negli ultimi anni si stia “dedicando, presi dal lavoro, troppo poco tempo allo spirito”. “Abbiamo bisogno di tornare ad investire nei grandi ideali della bella politica, della famiglia, della spiritualità e della religione: facciamo in modo che i nostri figli tornino a credere nella speranza, e non nella paura”, ha esortato, aggiungendosi “affascinato dall’idea della ricerca della felicità più che dal diritto”.
Nato in una famiglia contadina, Cucinelli ha ricordato come l’etica e la dignità del lavoro siano da sempre tratti caratteristici del suo modo di fare impresa. “Siamo un popolo speciale: dobbiamo tornare ad avere fiducia in noi e nello Stato, a renderci orgogliosi e a fare onore alla nostra Italia”, ha concluso. E sull’etica ha ragionato anche Gianni Letta, presidente onorario della Fondazione Guido Carli. In particolare, l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha ripreso i valori invocati da Cucinelli, affermando che “se i ragazzi nascessero al culto di questi valori, ed animati da quella ansia di fare e creare, forse questo Paese potrebbe affrontare molto meglio le sfide del domani”, come il Recovery fund e l’uscita dalla pandemia. Quell’emergenza che ha contribuito, ha continuato, a rendere il concetto di felicità “lontano ed esagerato”, da coniugare “con altri diritti che sono il presupposto per garantire l’interesse e il benessere collettivo”. Sulla felicità come “concetto di dovere nei confronti degli altri” si è infine espressa la vicepresidente della Luiss Paola Severino, che nel suo intervento di chiusura ha ribadito come l’azione pubblica debba “portare benessere ai cittadini”, e come il senso di responsabilità e dell’etica debba dare “speranza e sentimenti positivi”. Questi, secondo l’ex ministro della Giustizia, i doveri “di cui dobbiamo farci carico”.
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