L’Algeria punta ad inaugurare il mega progetto dell’autostrada trans-sahariana entro giugno, candidandosi così a diventare uno snodo fondamentale per il trasporto merci in Africa, in concorrenza con il Marocco. Farouk Chiali, ministro ad interim dei Lavori pubblici e dei trasporti algerino, ha dichiarato al terzo canale della radio pubblica algerina che “le ultime sezioni da completare sono in Niger e saranno finite entro maggio o il prossimo giugno”. L’Algeria conta molto su questo storico progetto, risalente agli anni ’60 del secolo scorso, per penetrare nel mercato africano, che comprende oltre 700 milioni di potenziali consumatori provenienti dai Paesi collegati alle ramificazioni del nuovo asse stradale come Tunisia, Niger, Burkina Faso, Mali, Nigeria. Non solo. L’autostrada permetterà un più rapido trasporto su gomma in entrambe le direzioni: non va affatto sottovalutato, da questo punto di vista, il potenziale di esportazione dei Paesi africani in via di sviluppo. A ben vedere, il progetto potrebbe favorire il commercio dell’Italia con il continente africano, anche se da questo punto di vista è sicuramente auspicabile uno snellimento delle procedure burocratiche e un abbattimento delle tariffe doganali algerine.
Il Paese nordafricano sembra comunque aver messo il piede sull’acceleratore per cercare, almeno nelle intenzioni, di raccogliere il testimone della Libia di Muammar Gheddafi all’interno dell’Unione africana. “Tutti i progetti stradali nel sud sono stati selezionati come progetti prioritari, perché lo sviluppo del Paese sarà orientato verso l’Africa subsahariana”, ha detto Chiali, citando tra l’altro il rafforzamento della strada che collega Adrar-Reggan-Bordj Badji Mokhtar oltre una distanza lineare di 550 chilometri, così come le strade Tamanrasset-Ain Guezzam e Tamanrasset-Ain Salah. La strada nazionale (RN1) è stata “integrata” nel progetto trans-sahariano grazie a dei lavori di trasformazione “ad hoc” in autostrada in alcune località. “Il 28 ottobre abbiamo aperto la tratta Chiffa-Berrouaghia al traffico di oltre 52 chilometri e la RN 1 si è trasformata in un’autostrada in luoghi che ci permettono di avere 550 chilometri di autostrada tra Algeri-Ghardaia. Sono rimasti appena 7 chilometri al completamente”, ha aggiunto il ministro.
Questa lingua di asfalto lunga 4.000 chilometri si diramerà verso sud, con tappe principali ad Agadez (Niger), Kano (Nigeria) e destinazione finale Lagos, collegando così Mar Mediterraneo e dall’Oceano Atlantico. E’ interessare notare che l’Algeria sta contestualmente portando avanti il progetto del porto di El Hamdania: questo, una volta completato, sarà in grado di ospitare la nave più grande del mondo con una capacità di 240 mila tonnellate, mentre la capacità dei porti attuali non è in grado di ospitare navi con un carico di 30.000 tonnellate. A ben vedere, l’intero progetto fornisce un’opportunità rilevante per sviluppare catene di valore dall’Africa all’Europa e un’alternativa rilevante alla filiera produttiva a guida francese, molto estesa soprattutto in Marocco. L’ambizione degli algerini di fare di El Hamdania lo snodo costiero mediterraneo di un corridoio commerciale che si estende fino a Lagos, in Nigeria. Molto, tuttavia, dipenderà dallo stato dell’autostrada transafricana, già oggetto di numerose critiche e ritardi, sia a causa delle difficoltà economiche e finanziarie dei paesi del Sahel, sia per colpa della profonda instabilità e scarsa sicurezza dovuta alla presenza di gruppi terroristici. L’Algeria ha stanziato quasi 3 miliardi di dollari per completare la sua quota del progetto, scommettendo su questa strada anche per favorire la sua diversificazione economica.
L’economista algerino Ibrahim Gandouzi aveva detto a “Nova” lo scorso ottobre 2020 che l’Algeria “anni fa ha completato parte della rotta trans-sahariana, che si estende da Algeri al dipartimento di Tamanrasset nell’estremo sud del Paese”. Gandouzi aveva aggiunto che l’Algeria “ha aiutato i paesi vicini, come il Niger, a completare parti della strada, che si estende per una distanza di 4.500 chilometri”. Il presidente algerino Abdelmajid Tebboune ha dichiarato al riguardo che “l’obiettivo strategico di questo porto è quello di togliere dall’isolamento i Paesi africani che non hanno porti marittimi”. L’esperto ha sottolineato che “il continente africano si prepara ad approvare l’area di libero scambio all’inizio del 2021 e per questo devono essere stabilite condizioni adeguate”. Gandouzi ha spiegato che “i paesi dell’Africa occidentale e della costa africana ricevono merci importate attraverso il Camerun: il porto di El Hamdania fornirà un mix tra trasporto marittimo e terrestre di merci, riducendo costi e tempi”. Tuttavia, ha avvertito Gandouzi, è necessario evitare “il deterioramento delle condizioni di sicurezza in alcune parti del Mali e della Nigeria, che potrebbe ostacolare il trasporto di merci verso questi paesi dal porto di El Hamdania via terra”. Le merci dovrebbero impiegare circa otto giorni per arrivare dal porto di El Hamdania ai paesi del Sahel.
L’Algeria vanta una fascia costiera sul Mar Mediterraneo che si estende per 1.622 chilometri e contiene diversi porti per merci, pesca, turismo e intrattenimento, il che solleva interrogativi sulla fattibilità della costruzione di un enorme porto aggiuntivo che consuma enormi somme di denaro, vista la crisi finanziaria che attraversa il paese. Secondo Gandouzi, invece, “l’Algeria ha un disperato bisogno di un porto di queste dimensioni” perché il paese è sprovvisto di un porto in grado di ospitare navi portacontainer di grandi dimensioni. “La maggior parte dei porti algerini sono stati costruiti durante il periodo del colonialismo francese e non sono in grado di tenere il passo con l’attuale flusso commerciale ed economico: i nostri porti andavano bene per gli anni Sessanta e Settanta. Le proiezioni del commercio internazionale nel 2030-2040 e le ambizioni economiche dell’Algeria spingono per la costruzione di un enorme porto in grado di accogliere il maggior carico possibile”. Gandouzi ha detto che il progetto, una volta realizzato, porterà un valore aggiunto all’Algeria, collegando il Paese alla rete commerciale globale dando, allo stesso tempo, una finestra commerciale strategica sul mare alle nazioni africane senza sbocchi marittimi. Alla periferia del porto, inoltre, sorgerà una città industriale orientata all’export che sarà collegata a una rete di autostrade e di ferrovie.