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L’Algeria celebra il secondo anniversario delle proteste del movimento Al Hirak

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Diverse città dell’Algeria hanno assistito a manifestazioni in occasione del secondo anniversario delle proteste del movimento Al Hirak (“Il movimento” in arabo) iniziate proprio il 22 febbraio 2019 e che portarono il 2 aprile 2019 alle dimissioni del presidente Abdelaziz Bouteflika, al potere dal 1999. Molti algerini sono scesi in strada in diverse del Paese tra cui Setif, Constantina, Tlemcen, Lijaya, Tizi Ouzou. Un ingente dispositivo di sicurezza è stato schierato nella capitale algerina Algeri e in altre grandi città del Paese. Nelle ultime ore, Algeri è divenuta praticamente irraggiungibile con presidi a tutti gli ingressi della capitale da parte di forze di sicurezza in divisa e in borghese. Barriere difensive sono state allestite davanti agli edifici governativi e pubblici, mentre le strade che erano divenute il principale teatro delle manifestazioni di due anni fa sono state chiuse e sono ora presiediate da uomini delle forze dell’ordine.


In Algeria un clima più disteso rispetto al primo anniversario

In base a quanto riportano fonti locali ad “Agenzia Nova”, a differenza del primo anniversario, la situazione ad Algeri è calma, soprattutto nei tradizionali luoghi di ritrovo dei giovani manifestanti, definiti ormai “luoghi di Hirak” come il “grande palo”, “Maurice Audin”, “Didouche Mourad” e “Hassiba Ben Bouali “. Le fonti di “Agenzia Nova”, osservano che “nulla ricorda l’anniversario della più grande rivolta popolare, tranne il grande dispiegamento della polizia”. In base a quanto riferito dalle autorità algerine, il rafforzamento della sicurezza nella capitale e in varie grandi città del Paese, iniziato più di quattro settimane fa, è stato deciso dopo la ricezione di informazioni che estremisti e gruppi terroristici stavano cercando di sfruttare la ricorrenza del movimento, per creare un clima di caos e violenza.

L’anniversario delle proteste del 2019 è stato preceduto da una serie di cambiamenti a livello istituzionale. Lo scorso 18 febbraio, proprio in vista della manifestazioni, il presidente dell’Algeria Abdelmadjid Tebboune, ha annunciato lo scioglimento del parlamento e nuove elezioni e concesso la grazia a circa 60 persone arrestate nell’ambito delle manifestazioni legate al movimento Al Hirak. Ieri sera, 21 febbraio, la presidenza algerina ha annunciato un rimpasto di governo che ha coinvolto sei ministri. Il capo del governo Abdelaziz Djerad ha mantenuto il suo incarico, mentre il ministro dell’Energia, Abdelmadjid Attar, e il ministro dell’Industria, Ferhat Ait Ali, hanno perso la poltrona. Mohamed Arkab è ritornato alla guida del ministero dell’Energia e Mohamed Bacha è stato nominato alla guida del ministero dell’Industria. Gli altri nuovi ministri sono: Hussein Cahrhabil come ministro della Digitalizzazione e delle statistiche; Tarek Belarbi, ministro dell’Edilizia abitativa e dell’urbanistica; Kamal Mihoubi, ministro delle Risorse idriche e Mohamed Ali Bugazi ministro del Turismo.

Culminato con le dimissioni il 2 aprile 2019 dell’allora presidente Bouteflika, il movimento Al Hirak ha proseguito con proteste settimanali di studenti, attivisti e lavoratori contro il sistema governativo ogni settimana. Le manifestazioni settimanali sono state sospese nel marzo 2020, a seguito delle restrizioni della pandemia di Covid-19 e il divieto di assembramenti da parte del governo per impedire la diffusione del virus ma anche per bloccare il seguito delle proteste.

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