Papa Francesco è arrivato all’aeroporto di Baghdad. Ha preso il via questa mattina con la partenza alle 7.45 dall’aeroporto di Fiumicino in direzione Baghdad, in Iraq, il 33mo viaggio apostolico di papa Francesco. Si tratta del primo Pontefice che raggiunge l’Iraq, Paese considerato culla della civiltà e del patriarca delle tre fedi monoteiste Abramo. La visita ha preso il via all’insegna del motto “Siete tutti fratelli” e si concluderà il prossimo 8 marzo. Nel momento di lasciare il territorio italiano, il Santo Padre ha fatto pervenire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella il consueto telegramma di sorvolo con l’auspicio di prosperità e serenità esteso a tutta la popolazione. In un video messaggio al popolo iracheno, diffuso ieri alla vigilia della partenza per Baghdad, papa Francesco ha invitato i cristiani e i fedeli di ogni tradizione religiosa a “rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace”. Nel messaggio il Papa ha implorato “perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo”. Nel video Francesco afferma di giungere in Iraq anzitutto come “pellegrino penitente” e come “pellegrino di pace”. Nel suo messaggio il Papa si è detto onorato di incontrare “una Chiesa martire” come quella irachena che ha testimoniato la fede in Gesù in mezzo a “prove durissime”: “Grazie per la vostra testimonianza”. Il Papa ha concluso il suo messaggio ricordando agli iracheni: “Da voi, millenni fa, Abramo incominciò il suo cammino. Sta a noi continuarlo, con lo stesso spirito, percorrendo insieme le vie della pace!”.
Intanto in Iraq sono stati completati i preparativi per accogliere il pontefice. Oggi, in un messaggio sul suo profilo Twitter, il primo ministro dell’Iraq, Mustafa al Kadhimi, ha accolto con favore la visita di papa Francesco, sottolineando che essa rappresenta una conferma della “profondità delle relazioni umane”. Nel messaggio, Al Kadhimi afferma: “Con grande affetto l’Iraq, popolo e governo, accoglie Sua Santità papa Francesco, a conferma della profondità delle relazioni umane, per le quali la terra dei due fiumi continua a essere e resterà un luogo storico, con l’incontro fra religioni, idee e valori umani condivisi”. “Benvenuto, Santità, nella terra dei sumeri, di Babilonia, degli assiri, dei profeti e dei santi”, conclude. Ieri il ministro degli Esteri iracheno, Fouad Hussein, ha annunciato che il comitato organizzatore della visita di papa Francesco ha completato i suoi preparativi in coordinamento con il Vaticano, indicando che la visita porta un messaggio di pace, tolleranza, convivenza e rifiuto della violenza. “La missione irachena a Roma ha realizzato molte strutture per la visita del Papa”, ha dichiarato sottolineando che” il programma della visita del Papa è stato preparato in anticipo e in collaborazione con tutti”. Hussein ha aggiunto che “il popolo iracheno, con tutte le sue componenti, attende con impazienza la visita del Papa, e la capitale, Baghdad, è pronta a salutare Sua Santità e accogliere il suo arrivo”. Hussein ha aggiunto: “La visita è la prima dopo la diffusione della pandemia di coronavirus, e il popolo iracheno è ansioso di assistere all’arrivo del Papa perché la sua visita è storica nel vero senso della parola, ed è la prima visita nella storia dell’Iraq. La visita porta un messaggio di pace, tolleranza, convivenza e rifiuto della violenza dando slancio al dialogo interreligioso”.
Il responsabile del Consiglio supremo islamico iracheno, Hammam Hammoudi, ha dichiarato che “la visita di papa Francesco in Iraq è un evento globale e una vivida incarnazione della grandezza dell’Iraq, come approdo per profeti e messaggeri, e una culla per le prime civiltà, e una terra di simboli sacri che irradia ancora i valori di fratellanza, amore e pace”. Hammoudi ha dichiarato che “l’incontro organizzato di papa Francesco con la Guida suprema, Ali al Sistani, è un’affermazione della grande autorità islamica e del suo grande ruolo nel consolidare i valori di fratellanza, giustizia e pace, e servirà come un messaggio storico per i popoli di pacifica convivenza, tolleranza e creazione di un futuro luminoso con amore”. La prima giornata della visita di papa Francesco in Iraq sarà segnata da una serie di colloqui istituzionali e dall’incontro con la comunità cristiana di Baghdad. All’arrivo nella capitale irachena, il Papa incontrerà il premier Mustafa al Kadhimi nella sala Vip a cui seguirà il trasferimento al Palazzo presidenziale per la cerimonia ufficiale di benvenuto e la visita di cortesia al presidente, Barham Salih. Al palazzo presidenziale vi sarà il primo discorso ufficiale del Papa in terra irachena che sarà rivolto alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico e subito dopo. Terminato l’incontro intorno alle 14.15 (ora italiana) il Papa verrà trasferito alla cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del perpetuo soccorso dove incontrerà i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i catechisti. La chiesa è stata teatro del devastante attacco in nel 2010 morirono almeno 47 cristiani. L’edificio religioso è stato restaurato nel 2012 dopo gli attacchi. Una lunga striscia di marmo che dall’alta va al sagrato ricorda la striscia di sangue di quel giorno.
Il 6 marzo si terrà una delle tappe di maggiore significato simbolico per il Viaggio apostolico di papa Francesco, l’incontro a Najaf con il grande ayatollah Ali al Sistani, guida dell’islam sciita iracheno, il primo colloquio tra un pontefice cattolico e un ayatollah sciita. Nel briefing con la stampa, Bruni ha voluto precisare che quella ad Al Sistani sarà una visita di cortesia e non è prevista al momento la firma di alcuna dichiarazione congiunta o documento interreligioso. Dopo la tappa a Najaf, il Papa si recherà nel sito di Ur dei caldei, situato nei pressi della città di Nassiriya. Ur è considerato dalla Bibbia il luogo di nascita di Abramo e ha un significato per le tre religioni monoteiste: ebraica, cristiana e musulmana. Nel sito dell’antica città si terrà l’incontro interreligioso con i rappresentanti delle varie fedi presenti in Iraq, tra cui la comunità degli yazidi, particolarmente colpita dalle persecuzioni condotte nel 2014 dallo Stato islamico. Nel pomeriggio del 6 marzo, il Papa celebrerà la messa nella cattedrale Caldea di Baghdad, la prima in rito caldeo per un pontefice della Chiesa cattolica, insieme al cardinale Louis Raphael Sako, patriarca dei caldei.
La mattina del 7 marzo, papa Francesco di recherà nella regione autonoma del Kurdistan iracheno. Al suo arrivo nella città di Erbil, il Pontefice verrà accolto dal presidente e dal premier della regione autonoma, rispettivamente Nechirvan e Masrour Barzani. In mattinata il Papa si recherà in elicottero a Mosul, capoluogo della provincia di Ninive, e dal 2014 al 2017 capitale de facto dell’autoproclamato califfato dello Stato islamico di Abu Bakr al Baghdadi. Il Papa non andrà per un incontro pubblico, ma per un momento di preghiera intimo per onorare le vittime di questa terra. Nella città dove solo una parte della popolazione ha fatto ritorno, il Papa verrà accolto dall’arcivescovo di Mosul, Najib Mikhael Moussa, e dal governatore locale. La preghiera per le vittime della guerra si terrà nella cosiddetta Piazza delle quattro chiese (Hosh al-Bieaa in arabo) in cui si trovano ai quattro angoli una chiesa siro-cattolica, una siriaco-ortodossa, una armena-ortodossa e una caldea. Ora l’area è in rovina, così come altre parti della città. Dopo Mosul, il Papa si recherà, sempre in elicottero, nella stessa giornata nella città a maggioranza cristiana di Qaraqosh, dove nella notte tra il 6 e il 7 agosto del 2014 circa 45 mila persone vennero cacciate dallo Stato islamico e costrette a rifugiarsi nel vicino Kurdistan. Attualmente, secondo l’organizzazione Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) nella città sono ritornate circa il 50 per cento delle famiglie. Il Papa incontrerà la comunità di Qaraqosh nella Chiesa di Santa Maria Immacolata particolarmente danneggiata durante l’occupazione dello Stato islamico. Qui il Papa svolgerà la recita della preghiera dell’Angelus. Infine nel pomeriggio, papa Francesco si recherà nuovamente a Erbil dove celebrerà la messa nello stadio Franso Hariri a cui dovrebbero prendere parte circa 10 mila persone e dove il pontefice pronuncerà anche l’ultimo discorso della Viaggio apostolico. Il ritorno del Papa a Roma avverrà la mattina dell’8 marzo dall’aeroporto di Baghdad.