Il ministro Francesco Lollobrigida spiega al “Giornale” cos’ha trovato nel dossier agricoltura ereditato dal governo Draghi: “Faremo una valutazione su tutto, senza dimenticare la gestione ordinata del rapporto con il governo uscente. In prospettiva lavoreremo tenendo conto della precedente esperienza. Nei prossimi giorni entreremo nel merito dei dossier, che vanno approfonditi perché delicati e determinanti per questo settore”. “Il nostro agroalimentare – continua – ha raggiunto oltre i 500 miliardi di produzione annua per oltre 50 miliardi di esportazione, ma poggia su un sistema estremamente fragile. La combinazione di fattori come l’aumento dei costi delle materie prime, dei carburanti, dei fertilizzanti e i costi della pandemia hanno ulteriormente messo in difficoltà un settore che era già fortemente in crisi, portandolo a livelli preoccupanti”. “Negli ultimi dieci anni – ricorda Lollobrigida – hanno chiuso oltre 26 mila stalle, pari al 50 per cento del totale presente in Italia. Il reddito netto delle aziende è drammaticamente sceso del 60 per cento. Senza dimenticare l’Italian Sounding che vale 100 miliardi e sottrae risorse alla nostra economia. Bisogna togliere il limite ai terreni incolti: abbiamo 1 milione di ettari coltivabili. Dobbiamo aumentare la resa delle produzioni attraverso un piano nazionale di coltivazione che non può prescindere da contratti di filiera chiari. Attivare una legge sulle pratiche sleali, affinché non ci siano schiacciamenti sull’anello debole della filiera, ovvero il produttore. Investire sull’innovazione e mettere un freno alla speculazione sulle materie prime come il grano”.
Inizia l’era del ‘sovranismo alimentare’ che distinguerà questo governo. A sinistra ironizzano già sull’autarchia ed altri richiami al Ventennio: “La sovranità alimentare è un principio che nazioni guidate da governi socialisti hanno inserito in Costituzione, come l’Ecuador e il Venezuela. La nuova denominazione del ministero, inoltre, è la stessa usata in Francia, che a differenza dell’Italia ha capito che difendere le proprie eccellenze alimentari è un dovere di ogni esecutivo. Il nostro obiettivo è tutelare l’economia agricola dalle aggressioni del mercato del falso che distorce miliardi di euro, rimettere al centro il rapporto con il settore per proteggere la filiera e il concetto di cultura rurale. Tutti i popoli hanno il diritto di definire le politiche agricole e alimentare. Anche gli italiani”, ha concluso Lollobrigida.
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