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Addio a Gianni Minà, il giornalista delle grandi interviste

Il cronista torinese inizia la sua carriera a Tuttosport, poi è la volta della Rai dove segue cinque Olimpiadi, tre mondiali di calcio e i più importanti incontri di pugilato

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Il giornalista e conduttore televisivo Gianni Minà è morto all’età di 84 anni. Lo si apprende dal profilo Facebook dello stesso Minà dove si legge: “Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale va al professor Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità”.

Il giornalista torinese inizia la sua carriera come cronista sportivo a Tuttosport, poi è la volta della Rai dove segue cinque Olimpiadi, tre mondiali di calcio e i più importanti incontri di pugilato. Per il Tg2 realizza invece non solo servizi sportivi ma anche reportage dall’America Latina.

Minà è noto per le sue interviste con i grandi personaggi dell’attualità, soprattutto della politica e dello sport. “Due grandi passioni che non si incontrano. Ho provato a far raccontare lo sport ad alcuni grandi scrittori: Osvaldo Soriano ed Eduardo Galeano per il calcio e il Sudamerica. Non so se ci sono riuscito”, dice. Famose le interviste a Fidel Castro e al “Sucomandante” Marcos: la prima durata quasi 16 ore, la seconda passata a indagare ragioni e contesto dell’insurrezione zapatista in Chiapas. Dagli scrigni della memoria riemergono poi i dialoghi con il velocista Pietro Mennea. “Il più grande. Un uomo verticale che ha dovuto lottare non solo sulle piste di tutto il mondo ma anche contro l’incomprensione di un ambiente egoista. Ha dovuto sempre correre e fare il suo mestiere con pochissimi soldi”, dice Minà della “Freccia del Sud”.

Oltre che con l’attore Massimo Troisi –  che usava scherzare con i cronisti: “Cosa invidio a Gianni? La sua agendina” – celebre è l’amicizia di Minà con il pibe de Oro, Diego Armando Maradona: a chi gli chiedeva cosa avessero in comune i due, lo scrittore piemontese era solito rispondere: “L’amore per Cuba e per i più deboli”.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha voluto esprimere il proprio cordoglio ricordando i documentari del giornalista: “Addio a Gianni Minà, scrittore, giornalista e conduttore televisivo. Girò documentari su Che Guevara, Muhammad Ali, Fidel Castro, Diego Armando Maradona. Indiscutibilmente tra i migliori nel suo campo, lascia tanti bei ricordi non solo agli appassionati di calcio e ai tifosi del suo amato Torino. Ai familiari le mie sentite condoglianze”. Il presidente del Movimento cinque stelle, Giuseppe Conte ha consegnato il suo addio a un messaggio facebook: “Se uno si sofferma troppo sulla propria felicità perde di vista gli altri, il mondo. La nostra identità si esprime attraverso di loro, in un rapporto virtuoso. Invece da troppi decenni ci hanno voluto inculcare la balla che la felicità si raggiunge consumando tutto’. Ci lascia Gianni Minà, un gigante che ha avuto il coraggio e la tenacia di raccontare sogni e asperità dell’America Latina, dei ‘dannati della Terra’, sempre al fianco degli ultimi e pronto a dargli voce. La prosa intelligente che scaldava i cuori e interrogava le menti, giornalista di fine intelligenza che non ha mai ceduto alle fanfare del conformismo. Ciao Gianni”. “Riferimento del giornalismo e della cultura italiana”, è stato invece l’ultimo saluto del ministro della Difesa Guido Crosetto.

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