Dalle partecipazioni di una società di capitali con sede a Roma a complessi immobiliari, arrivando a due zanne di avorio elefantino: beni per un valore di oltre 3 milioni di euro sono stati confiscati a due persone, un calabrese e un romano, vicini alla Ndrangheta, facenti capo a una nota famiglia di Gioia Tauro. L’attività è stata compiuta questa mattina dagli agenti della polizia di Stato della divisione anticrimine della Questura di Roma, che hanno dato esecuzione a un decreto di confisca di beni emesso nei confronti delle due persone dal tribunale capitolino.
L’operazione “Ragnatela” è il risultato di indagini economico-patrimoniali, avviate circa tre anni fa, e che avevano consentito di ricostruire la carriera criminale dei due. Il primo, esponente di una nota cosca calabrese di Oppido Mamertina, nonché consuocero di un boss, assassinato nel 2008, si era trasferito successivamente nella zona dei Castelli Romani, investendo notevoli capitali, derivanti da reati di bancarotta fraudolenta e seriali intestazioni fittizie di beni con finalità elusive e agevolative, in un complesso immobiliare adibito ad albergo-ristorante rilevato dal pregiudicato romano. Quest’ultimo, noto usuraio, fin dalla fine degli anni Settanta, è stato accostato a un commercialista del cassiere di “Cosa nostra” ed è emerso come collettore dei proventi della criminalità mafiosa per fini di riciclaggio, realizzando a tal fine ingenti investimenti anche mediante il ricorso ad una schiera di prestanome.
La disposta misura di prevenzione patrimoniale, non ancora definitiva, certifica la rilevante sproporzione tra fonti di reddito lecite, attività economiche esercitate e complesso patrimoniale posseduto direttamente o indirettamente dai due proposti. Tra i beni sottoposti a sequestro preventivo antimafia nel marzo 2022, figurano la totalità delle partecipazioni di una società di capitali con sede a Roma, attiva nel settore immobiliare. Un complesso immobiliare di Roma, costituito da locali commerciali di estesa superficie, immobili per civile abitazione siti in Gioia Tauro; una polizza assicurativa del valore di 150 mila euro, disponibilità finanziarie per oltre 400 mila euro, un complesso immobiliare già adibito ad albergo – ristorante, ubicato a Rocca di Papa, in provincia di Roma, per il quale la Protezione Civile ha manifestato interesse all’assegnazione per la realizzazione di un presidio operativo. Rientrano, infine, tra i beni in confisca, anche due zanne di avorio elefantino di cospicuo valore economico. L’esecuzione del provvedimento in argomento ha visto impegnati oltre agli uomini della divisione anticrimine della Questura di Roma anche il personale di 7 commissariati di polizia di Stato sul territorio di Roma e provincia. Inoltre l’operazione ha richiesto la collaborazione della Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria e del Commissariato di polizia di Gioia Tauro.
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