RAFFINERIA DI AUGUSTA ACQUISITA DALL'ALGERINA SONATRACH

 
 

Raffineria di Augusta acquisita dall'algerina Sonatrach: ex dirigenti nel mirino degli inquirenti

Roma, 03 lug 2020 16:17 - (Agenzia Nova) - La giustizia algerina ha ufficialmente avviato un'indagine approfondita sull'acquisizione della raffineria di Augusta da parte del gruppo energetico Sonatrach nel 2018. Nella tarda serata di ieri, 2 luglio, il giudice istruttore della corte di Bir Mourad Rais, un sobborgo di Algeri, ha ascoltato diverse testimonianze sull'acquisizione di questa raffineria costata circa un miliardo di dollari. Il principale accusato è l'ex amministratore delegato di Sonatrach Abdelmoumen Ould Kaddour, che è attualmente all'estero. Molto vicino alla “cerchia presidenziale” dell’ex capo dello Stato Abdelaziz Bouteflika, Ould Kaddour ha sempre difeso l'acquisizione di questa struttura costruita 70 anni fa e comprata dalla statunitense ExxonMobil. Il giudice istruttore ha autorizzato l’arresto di Ahmed Hashemite Amazighi, ex consigliere di Ould Kaddour, accusato di sperpero di fondi pubblici, abuso d’ufficio e concessione di privilegi ingiustificati. Secondo quanto appreso da "Agenzia Nova" da una fonte algerina vicina al dossier, nelle prossime ore verranno ascoltati diversi altri funzionari di Sonatrach per svelare maggiori dettagli su questo caso che ha destato scalpore in Algeria. "Gli investigatori sono interessati alla costo dell’operazione e alle condizioni in cui questa raffineria è stata comprata", ha rivelato la fonte.

L'importo per l'acquisizione della raffineria in Sicilia si aggira intorno a 725 milioni di dollari, a cui vanno aggiunte spesa immediate per conformarsi agli standard ambientali, così come altre spese da rinnovare altre strutture: il costo effettivo supererebbe di gran lunga il miliardo di dollari. L’attuale primo ministro, Abdelaziz Djerad, aveva già criticato l’acquisizione dell’impianto dal gigante statunitense ExxonMobil prima della sua nomina alla guida del governo. In un messaggio postato sul suo profilo Twitter personale, Djerad si era spinto fino a chiedere l’apertura di un’inchiesta per determinare le ragioni dell’affare. Anche la stampa algerina aveva all’epoca criticato duramente l’acquisizione parlando di “scandalo” e di “truffa”, al contrario di Ould Kaddour che nel contempo definiva “straordinario” il prezzo al quale Sonatrach aveva comprato la raffineria. Sonatrach ha persino dovuto ricorrere a un prestito da 250 milioni di dollari dall’istituto Apicorp, con sede in Arabia Saudita, per la manutenzione dell’impianto e per l’acquisto del greggio saudita necessario al funzionamento della raffineria.

Nel mirino degli inquirenti c’è anche la logica industriale dell’acquisizione, perché Augusta è stata progettata per la lavorazione di un petrolio greggio di densità media e pesante, non per il greggio leggero che produce l’Algeria. I dirigenti di Sonatrach avevano giustificato l’affare evidenziando come l’Algeria importi 3 milioni di tonnellate l’anno di prodotti raffinati e promettendo che Augusta avrebbe ridotto il deficit trasformando il greggio algerino. La stessa compagnia si era anche impegnata con ExxonMobil a utilizzare la raffineria per la produzione di lubrificanti per un periodo di dieci anni. Al netto delle indagini, va ricordato come si tratta ad ogni modo di uno stabilimento sul quale da 70 anni si poggia un pezzo sostanziale dell’economia siracusana. Lo scorso febbraio, il futuro piano di occupazione della struttura, le scadenze e i costi per ridurre l’inquinamento degli impianti ereditati dall’ex proprietario, ExxonMobil, sono stati oggetto di un duro confronto tra i membri del consiglio comunale di Augusta e i funzionari di Sonatrach. (Res)
TUTTE LE NOTIZIE SU..
GRANDE MEDIO ORIENTE
EUROPA
AFRICA SUB-SAHARIANA
ASIA
AMERICHE