Berna, 06 feb 15:38 - (Agenzia Nova) - Dal 1971, l'allora sacerdote di 24 anni si è recato in più occasioni a Ginevra con lo pseudonimo di “Mikhailov” come rappresentante ufficiale del patriarcato di Mosca al Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec). Il religioso svolgeva le proprie attività di un appartamento in rue de Beaumont, che aveva affittato da una famiglia di medici. Da infiltrato del Kgb, Gundjaev avrebbe operato come agente di influenza nel Cec. Le autorità sovietiche intendevano, infatti, convincere il Consiglio ecumenico delle Chiese a condannare gli Stati Uniti e i loro alleati, nonché a moderare le critiche contro l'Urss per la mancanza di libertà religiosa. Il fascicolo della polizia svizzera su Gundjaev conta 37 voci tra il luglio 1969 e il febbraio 1989, per la maggior parte riguardanti le richieste di visto d'ingresso in territorio elvetico da parte del sacerdote ortodosso. In due occasioni, il futuro patriarca di Mosca risulta in un elenco di funzionari sovietici “contro cui sono state prese misure”, non ulteriormente precisate. (segue) (Geb)
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