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Coronavirus: Protezione civile, 17.127 le vittime, incremento contagi più basso dal 10 marzo

Coronavirus: Protezione civile, 17.127 le vittime, incremento contagi più basso dal 10 marzo
Roma, 07 apr 2020 18:15 - (Agenzia Nova) - Sale a 17.127 il numero di vittime a causa del Covid-19 in Italia. È quanto si legge nel bollettino della Protezione civile sulla diffusione del coronavirus nel nostro paese. Si tratta di 604 decessi in più rispetto a ieri. Sono invece 94.067 le persone ancora affette dal virus in Italia, e gli 880 casi in più di ieri rappresentano l'incremento più basso registrato dal 10 marzo. Lo ha sottolineato, nel corso delle diffusione del bollettino, il capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli. Il totale dei casi quindi è di 135.586 unità alle quali vanno sottratte le 17.127 vittime e i 24.392 guariti. Cala anche il numero delle persone in terapia intensiva. Delle 135.586 persone contagiate dal coronavirus, infatti, 28.718 sono ricoverate con sintomi, 258 in meno di ieri, 61.557 si trovano in isolamento domiciliare e 3.792 in terapia intensiva, 106 in meno di ieri. Questo dato rappresenta la maggiore riduzione su base quotidiana dall'inizio dell'emergenza. Per quanto concerne i tamponi utilizzati per diagnosticare il virus, la Protezione civile ha reso noto che ne sono stati effettuati 755.445 su tutto il territorio nazionale.

"Finalmente sembra si inizi a vedere una diminuzione dei nuovi casi. Finalmente dopo una fase di plateau sembra esserci una discesa. La curva flette in basso però bisogna essere cauti, aspettiamo domani e dopodomani ma la situazione sembra migliorare". Lo ha affermato Giovanni Rezza dell'Istituto superiore di sanità nel corso del bollettino della della Protezione civile. "Bisogna essere molto cauti anche perché indipendentemente dalla riduzione dei contagi questo virus resterà e per questo bisogna continuare a rispettare le misure. Ogni rilassamento - ha aggiunto - può voler dire una ripresa della circolazione". Rezza ha inoltre affermato che "effettivamente abbiamo una popolazione anziana ad alto rischio ed abbiamo una sottostima dei decessi nelle Rsa". Per quanto concerne i test sierologici, più rapidi rispetto al tampone orofaringeo, il professore ha sottolineato che "non sono del tutto soddisfacenti, l'affidabilità è ben lontana dal 100 per cento". E in riferimento ai test sugli anticorpi ha aggiunto: "Se facessi un test anticorpale sarei contento, però non mi avvicinerei a qualcuno a più di un metro perché mi resterebbe un dubbio, visto che le caratteristiche del test non sono così sviluppate da avere certezza. Poi su quanto sia duratura l'immunità - ha chiarito - bisogna ancora studiare. Non ci sono certezze". Rezza ha infine sottolineato che spetta all'esecutivo il compito di prendere decisioni sull'inizio della fase due dell'emergenza. "Non so - ha affermato - quando ci sarà la fase due e come ci sarà, spetta al governo decidere. Ma bisogna essere tempestivi nel rintracciare i casi dove un focolaio è nascente". Anche il capo dipartimento Borrelli ha sottolineato che la riunione fra il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ed il comitato tecnico scientifico "è stata interlocutoria e rimane confinata in una consultazione. La decisione" sulla fase due "spetterà all'autorità politica ed al presidente del Consiglio" E ha aggiunto che "in quella sede saranno rese note le decisioni assunte". Borrelli ha concluso dicendosi convinto che tali decisioni "saranno rese note al più presto e prima della data del 13 aprile".


(Rin)
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