Tokyo, 08 feb 04:07 - (Agenzia Nova) - L'attivo delle partite correnti del Giappone si è quasi dimezzato nel 2022 a 11.440 miliardi di yen (circa 87 miliardi di dollari), ai minimi da otto anni, gravato dal deficit record della bilancia commerciale accumulato lo scorso anno. Lo ha reso noto il ministero delle Finanze. Il calo di 10.150 miliardi di yen su base annua - il più grande mai registrato - giunge nonostante un record positivo del reddito primario, che riflette il ritorno sugli investimenti effettuati dalle aziende giapponesi all'estero.
Il Giappone ha accumulato nel 2022 un disavanzo della bilancia commerciale pari a 19.970 miliardi di yen (circa 155,2 miliardi di dollari), per effetto dei forti aumenti dei prezzi di materie prime ed energia e dell'indebolimento dello yen. Lo scorso anno il valore delle importazioni del Giappone è aumentato del 39,2 per cento su base annua a 118.600 miliardi di yen, trainato da petrolio greggio, gas naturale liquefatto e carbone; le esportazioni, invece, sono aumentate del 19,2 per cento a 98.190 miliardi di yen, un dato che di per sé rappresenta un record positivo, ma che non è bastato a compensare gli effetti della crisi inflattiva globale. Il disavanzo commerciale registrato dalla terza economia mondiale lo scorso anno è il più elevato dall'inizio dell'attuale serie storica, nel 1979.
Il Giappone ha registrato un incremento dei prezzi all'ingrosso del 10,2 per cento su base annua nel mese di dicembre, un nuovo aumento a due cifre che riflette il peso dello yen debole sui prezzi di importazione delle materie prime. Lo certificano i dati pubblicati questa settimana dalla Banca del Giappone. Si tratta del 22mo aumento mensile consecutivo dei prezzi praticati dalle aziende. Il dato è quasi analogo a quello registrato lo scorso settembre, quando a seguito del forte deprezzamento dello yen sul dollaro i prezzi all'ingrosso avevano segnato un aumento del 10,3 per cento.
La maggior parte delle aziende giapponesi produttrici di alimenti e articoli per la casa hanno già pianificato nuovi rincari dei prezzi nel corso del 2023. E' quanto emerge da un sondaggio effettuato dal quotidiano "Nikkei" il mese scorso, che ha coinvolto 46 aziende di punta dei due settori. Almeno 27 - circa il 59 per cento - ha riferito che intende rivedere al rialzo i prezzi di vendita dei suoi prodotti o ridurre i quantitativi a parità di prezzo, per far fronte ai maggiori oneri di produzione. Altre 18 aziende hanno riferito di non aver ancora assunto una decisione definitiva, o hanno rifiutato di rispondere. Una sola azienda ha escluso rincari nei prossimi mesi. Il 59 per cento delle aziende consultate prevede inoltre per il 2023 un ulteriore aumento dei materiali o delle materie prime.
Il primo ministro del Giappone, Fumio Kishida, ha ribadito la promessa del suo governo di investire nelle risorse umane e nelle startup del Paese per sostenere la crescita economica del Paese. "Promuoveremo investimenti e riforme audaci per concentrare le risorse umane e la ricchezza del nostro Paese" in settori come l'innovazione e la decarbonizzazione, ha dichiarato il premier, intervenuto il mese scorso all'evento "2022 Special Lecture" organizzato a Tokyo dal quotidiano "Nikkei", Tv Tokyo Holdings e dal Japan Center for Economic Research. Kishida ha fatto riferimento al piano quinquennale presentato dal suo governo lo scorso novembre, che punta a decuplicare gli investimenti nelle startup. "Le grandi aziende che oggi trainano l'economia giapponese un tempo erano startup fondate nel periodo postbellico", ha detto il primo ministro, "Attraverso i nostri sforzi speriamo di realizzare un secondo boom delle startup imprenditoriali".
Il governo del Giappone ha rivisto al rialzo la sua previsione ufficiale di crescita dell'economia per l'anno fiscale 2023, elevandola dall'1,1 all'1,5 per cento del Pil. Tokyo conta su un aumento della spesa in conto capitale delle aziende e su un consistente incremento dei salari, cui dovrebbe coincidere un'accelerazione dei consumi. Le nuove proiezioni faranno da base all'annuale bilancio di previsione. Dal documento emergerà come la terza economia mondiale intenda far fronte al brusco rallentamento dell'attività economica e degli scambi globali prevista per il 2023: cruciali, in questo senso, saranno i consumi e la ripresa graduale dei flussi di turisti internazionali. "La domanda del settore privato trinerà la crescita nel 2023", afferma una nota pubblicata dal governo giapponese, che mette comunque in guardia dai rischi al ribasso posti dallo scenario globale. Per quanto riguarda l'andamento del tasso di inflazione, il governo giapponese ha lasciato invariata la propria previsione dell'1,7 per cento nel 2023. (Git)
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