Roma , 19 dic 2019 09:29 - (Agenzia Nova) - "Tutto questo ribollire di tensioni - scrive l'ex premier - non può non produrre cambiamenti nelle forme di governo che regolano la vita delle nazioni. Ed è quello che è avvenuto. Di fronte alle paure e alle incertezze si è assistito ad un processo di crescente accentramento del potere. Dalle Filippine alla Cina, dall'India alla Russia, dalla Turchia agli Stati Uniti fino al Brasile, per non elencare tanti altri paesi, si è cercata una protezione nei confronti delle guerre, delle crisi o delle semplici paure, affidando sempre maggiore potere ai governi del momento. Purché esso ripari dalla pioggia, i popoli si mettono sotto qualunque ombrello". Secondo Prodi "questa è la più insidiosa e generalizzata sfida che sia mai stata posta ai sistemi democratici ai quali ci sentiamo così profondamente legati. Per ora non vi sono segni di risveglio delle democrazie anche se, come ha sottolineato Tahar Ben Jelloun, il 2019 è stato l'anno in cui, per la prima volta, sono nati nel mondo grandi movimenti popolari senza un leader che li abbia promossi oli abbia guidati. Questa novità senza precedenti si è manifestata in Libano, ad Hong Kong, in Cile, in Francia con i 'gilet gialli' e, più recentemente, in Algeria". "È questa - si chiede - una conseguenza delle tecnologie digitali o un segno di fermenti preparatori di nuove evoluzioni politiche? È impossibile dirlo oggi. Quello che è certo è che nel corso del prossimo anno i sistemi democratici dovranno cominciare a mettere in atto un processo di rinnovamento che li renda capaci di affrontare con successo i cambiamenti politici, economici e tecnologici che hanno causato una così profonda crisi". "Solo il tempo ci dirà se saranno in grado di farlo. Per ora accontentiamoci di sperarlo e di augurarcelo", ha co cluso Prodi. (Rin)
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