Tripoli, 29 gen 2020 10:05 - (Agenzia Nova) - Continuano a filtrare indiscrezioni sulla stampa araba su quelle che si configurerebbero come violazioni del cessate il fuoco in Libia, pattuito a Mosca il 12 gennaio scorso e confermato durante la Conferenza di Berlino del 19. Fonti vicine all’Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica che assedia Tripoli dal 4 aprile 2019, parlano dell'arrivo di almeno due navi militari turche e di un elicottero nel porto della capitale libica. Secondo il quotidiano "Al Hadath", lanciato nel 2012 dal network emiratino "Al Arabiya", "le navi turche sono rimaste per circa due ore al largo del porto di Tripoli prima di attraccare per scaricare quelli che sembravano essere armamenti e attrezzature militari". Per la prima volta da quando Ankara ha annunciato
il proprio sostegno militare al Governo di accordo nazionale libico (Gna), da due navi da guerra sarebbero sbarcati anche militari turchi. Secondo fonti locali, citate dall’emittente emiratina “Al Arabiya” (considerata vicina alle istanze del generale Haftar), le due navi erano accompagnate da un cargo che trasportava carri armati e camion militari. Le fonti hanno precisato che si tratta delle imbarcazioni "Gaziantep" e "Qidiz". Le milizie del Gna, le Forze speciali di deterrenza (Rada) e il gruppo armato Al Nawasi, avrebbero messo in atto rigide procedure di sicurezza per assicurare le operazioni delle navi turche e l'accesso al porto di Tripoli. Le fonti di “Al Arabiya”, infine, hanno riferito che le munizioni e l'equipaggiamento militare sono stati trasferiti all'aeroporto di Mitiga, a est di Tripoli, dove si troverebbe una sala operativa dell'esercito turco.
Dal ministero degli Affari esteri del Gna è arrivata l'accusa agli Emirati Arabi Uniti (Eau) di "contrastare gli sforzi del processo politico per risolvere la crisi libica". In una nota, ripresa dal sito web d’informazione libico “Al Wasat”, il dicastero dell’esecutivo libico ha incolpato Abu Dhabi di portare giovani del Sudan a operare al fianco dell'Lna. Il ministero ha citato una dichiarazione rilasciata dalla diplomazia del Sudan in merito a suoi cittadini che lavorano per aziende emiratine. Stando alle autorità di Khartum, diversi sudanesi
sarebbero stati trasferiti in Libia per proteggere le strutture petrolifere. Intanto Mohamad Qanunu, portavoce dell'operazione militare "Vulcano di Rabbia", legata al Gna, ha annunciato l’invio di rinforzi al fronte di Sirte, conquistata nelle ultime settimane dall'Lna, rivendicando l’abbattimento di un drone nemico a est di Misurata. “Il velivolo è stato abbattuto immediatamente dopo essere stato rilevato e prima che eseguisse il suo attacco aereo”, ha spiegato Qanunu in conferenza stampa. Secondo il comando dell'operazione "Vulcano di rabbia", il velivolo sarebbe stato messo a disposizione dagli Eau per fornire "sostegno alle forze di Haftar". Pochi minuti dopo, il comando dell'Lna di Bengasi ha diffuso una smentita sostenendo che "le forze di Misurata hanno abbattuto un drone turco per errore e ora sostengono che si tratti di un velivolo delle nostre forze".
Le immagini pubblicate su Facebook dalle forze del Gna mostrano quelli che sembrerebbero essere i rottami di un drone modello "Wing Loong", fabbricato in Cina ma in dotazione alle forze di Abu Dhabi.
Nella giornata di ieri, l'ambasciatore d’Italia in Libia, Giuseppe Buccino Grimaldi, ha incontrato il presidente dell’Alto consiglio di Stato libico di Tripoli, Khaled al Mishri. I due hanno discusso dei memorandum d'intesa tra Tripoli e Ankara e "delle opinioni delle parti libiche e italiane su di essi, oltre alla posizione dell'Unione europea e di alcuni paesi europei al riguardo, in particolare di Grecia e Cipro", ha affermato il Consiglio di Stato in una nota. Il riferimento è ai due protocolli d’intesa sottoscritti a novembre dai rappresentati di Turchia e Gna in materia di sicurezza e confini marittimi nel Mediterraneo centrale. (Res)
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