Tunisi, 12 lug 2018 17:30 - (Agenzia Nova) - Il 2015 fu un vero e proprio “anno nero” per la Tunisia. L’8 marzo di quell’anno gli attentati al Museo del Bardo tolsero la vita a 21 turisti, tra cui quattro italiani, e a un agente di polizia. Altre 12 persone morirono in un terzo attacco avvenuto il 24 novembre del 2015 contro un bus della guardia di sicurezza presidenziale sulla principale arteria stradale di Tunisi. Quei fatti di sangue hanno di fatto azzerato il turismo in Tunisia, importantissima fonte di sostentamento per la fragile economia locale. C’è un fatto che lega gli attentati di tre anni fa all’ultimo attacco di al Qaeda: la fase di transizione ai vertici delle strutture di sicurezza. Nel 2015, infatti, si era appena insediato il governo dell’allora premier Habib Essid e la Tunisia era appena uscita da un periodo buio della fase di transizione verso la democrazia. L’attentato di Jendouba è avvenuto un mese dopo l’estromissione del ministro dell’Interno Lofti Brahem, il “superpoliziotto” malvisto dal partito islamico moderato Ennahda e licenziato ufficialmente per la cattiva gestione del naufragio dei migranti la largo delle isole Kerkennah. La guida del dicastero è stata affidata temporaneamente al ministro della Giustizia, Ghazi Jeribi, il quale ha subito avviato un giro di nomine nelle strutture di sicurezza al livello locale e nazionale. (segue) (Tut)
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