Washington, 06 dic 2022 04:39 - (Agenzia Nova) - Il responsabile del dipartimento “integrità” della piattaforma, Yoel Roth, ha sostenuto in un’intervista rilasciata questa settimana di avere ritenuto che l’articolo pubblicato dal “Post” avesse i “tratti distintivi” di un’operazione di hacking e disinformazione russa. L’ex dirigente ha però ammesso di avere commesso un errore. Il “New York Post” è stato il primo giornale a riferire del computer, abbandonato in un laboratorio di riparazioni di Wilmington, Delaware, e che presumibilmente apparteneva a Hunter Biden. L’oggetto conteneva diversi file, comprese e-mail potenzialmente incriminanti, riguardanti i rapporti d’affari del figlio dell’attuale presidente con Paesi e individui stranieri. In una delle email, Vadym Pozharskyi, cittadino ucraino e terzo al comando della compagnia energetica ucraina Burisma, ringraziava Biden per l’opportunità avuta di incontrare suo padre, allora vicepresidente, e per aver “trascorso del tempo con lui” ad aprile 2015. Hunter Biden, in quel momento, era membro del Consiglio di amministrazione della società. (segue) (Was)
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