Roma, 07 nov 2022 15:20 - (Agenzia Nova) - Oltre il 70 per cento dei rifugiati e sfollati del mondo - prosegue Grandi - viene dai Paesi più vulnerabili ai fenomeni del clima, come l'Afganistan, la Repubblica democratica del Congo, la Siria e lo Yemen. Per loro la posta in gioco è altissima, ma troppo spesso vengono esclusi dalle discussioni sulla crisi climatica. Solo un'azione decisa e un massiccio aumento dei finanziamenti per la mitigazione dell'adattamento al clima possono alleviare le conseguenze umanitarie, presenti e future, della crisi climatica per le popolazioni sfollate e le comunità ospitanti. Gli investimenti devono essere collaborativi, inclusivi e cercare soluzioni per i più vulnerabili. I leader mondiali devono guardare a un'azione incisiva, duratura e integrata che coinvolga le comunità locali, i governi e i partner già impegnati nella lotta agli eventi climatici estremi. In alcuni contesti l'adattamento non sarà sufficiente e occorreranno altre risorse finanziarie per l'inevitabile "loss and damage", di cui un esempio eclatante è la fuga dalle proprie case. I timori e le soluzioni per le persone rifugiate e sfollate devono trovare posto non solo nei dibattiti come alla Cop27, ma devono ricevere un sostegno molto maggiore negli "hotspot" climatici. (Com)
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