TUNISIA

 
 

Tunisia: torna l’incubo del terrorismo nella stagione estiva dopo gli attacchi di Jendouba

Tunisi, 12 lug 2018 17:30 - (Agenzia Nova) - Torna lo spettro del terrorismo durante la stagione turistica in Tunisia dopo l’attentato dell’8 luglio scorso rivendicato dal gruppo Katibat Okba Ibn Nafaa, affiliato ad Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqim), che ha provocato la morte di sei agenti tunisini. In un lungo comunicato diffuso a inizio settimana, l’organizzazione terroristica ha definito l’attentato contro una pattuglia della Guardia nazionale a Ghardimaou, circa 24 chilometri a ovest di Jendouba, costato la vita a sei agenti, come “una vittoria della Sharia” (la legge sacra islamica) aggiungendo che “i tentativi delle autorità tunisine di dichiarare il gruppo inattivo sono vani”. Citando il Corano, l’organizzazione ha minacciato di compromettere la stagione turistica, chiedendo la caduta del governo "responsabile della crisi politica, economica e di valori" e di "stabilire la Sharia" nel paese rivierasco. Una minaccia che rievoca l’attentato terroristico rivendicato dallo Stato islamico di Port el Kantaoui, vicino a Sousse, dove del 26 giugno 2015 il giovane tunisino Seifeddine Rezgui Yacoubi uccise a colpi di Kalashnikov 38 turisti sulla spiaggia e nel complesso alberghiero Imperial Marhaba.

Il 2015 fu un vero e proprio “anno nero” per la Tunisia. L’8 marzo di quell’anno gli attentati al Museo del Bardo tolsero la vita a 21 turisti, tra cui quattro italiani, e a un agente di polizia. Altre 12 persone morirono in un terzo attacco avvenuto il 24 novembre del 2015 contro un bus della guardia di sicurezza presidenziale sulla principale arteria stradale di Tunisi. Quei fatti di sangue hanno di fatto azzerato il turismo in Tunisia, importantissima fonte di sostentamento per la fragile economia locale. C’è un fatto che lega gli attentati di tre anni fa all’ultimo attacco di al Qaeda: la fase di transizione ai vertici delle strutture di sicurezza. Nel 2015, infatti, si era appena insediato il governo dell’allora premier Habib Essid e la Tunisia era appena uscita da un periodo buio della fase di transizione verso la democrazia. L’attentato di Jendouba è avvenuto un mese dopo l’estromissione del ministro dell’Interno Lofti Brahem, il “superpoliziotto” malvisto dal partito islamico moderato Ennahda e licenziato ufficialmente per la cattiva gestione del naufragio dei migranti la largo delle isole Kerkennah. La guida del dicastero è stata affidata temporaneamente al ministro della Giustizia, Ghazi Jeribi, il quale ha subito avviato un giro di nomine nelle strutture di sicurezza al livello locale e nazionale.

“Non c'è stato alcun licenziamento, semplicemente abbiamo trovato 250 posti lasciati vacanti per anni e le nomine sono di competenza del ministro dell’Interno. Chi vuole guadagnare punti facendo un collegamento tra l'attacco terroristico e le nomine deve trovare un altro pretesto", ha detto Jeribi rispondendo alle accuse secondo cui i terroristi avrebbero approfittato del cambio ai vertici del ministero dell’Interno. "I funzionari che sono stati nominati provengono dal corpo di sicurezza e dalla Guardia nazionale”, ha aggiunto il ministro, precisando che non vi è stato alcun licenziamento o azione disciplinare contro i funzionari del dicastero. Le nomine, secondo Jeribi, hanno coinvolto solo il 5 per cento degli organismi e hanno riguardato principalmente la gestione delle frontiere. I turisti che scelgono di trascorrere le vacanze estive in Tunisia, ha rassicurato il ministro dell’Interno, “sono al sicuro” e la situazione di sicurezza nel paese è “sotto controllo”. "Nessun paese è immune alle minacce terroristiche. Tutti soffrono di questo flagello. Esiste una volontà internazionale per sconfiggere il terrorismo. Il fatto che questi terroristi siano circondati li ha spinti a ritirarsi nelle montagne. In Tunisia, stiamo passando da una strategia antiterrorismo a una strategia di eliminazione totale", ha aggiunto Jeribi.

Il ministro della Difesa, Abdelkarim Zbidi, ha dichiarato che la situazione della Tunisia in materia di sicurezza “è sotto controllo e lo sarà per mesi, ma isolati attacchi terroristici possono sempre essere perpetrati”. Durante una conferenza stampa al termine dell'incontro con Mohammed Ennaceur, il presidente dell'Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp), Zbidi ha aggiunto che la Tunisia non è l'unico bersaglio del terrorismo, poiché il fenomeno è “un flagello per tutti gli Stati”. Il ministro della Difesa ha inoltre affermato che il suo dicastero è “in costante coordinamento con il ministero dell'Interno”. Il ministro della Difesa è quindi intervenuto sulla sicurezza della stagione turistica in Tunisia dopo l'attentato terroristico avvenuto l’8 luglio, nel governatorato di Jendouba nel nord-ovest del paese. A tal riguardo, Zbidi ha annunciato che “questa settimana i ministeri della Difesa, dell'Interno, del Turismo e della Cultura, le agenzie turistiche e i rappresentanti delle agenzie di viaggio terranno una riunione per discutere le questioni relative al successo della stagione turistica”.

L’Algeria, paese che vanta un pluriennale esperienza nella lotta al terrorismo, si è offerta di aiutare i “fratelli tunisini” a far fronte alla minaccia terroristica, come sottolineato dal ministro dell'Interno algerino, Nourredine Bedoui, durante una visita nel dipartimento di El Tarf, nella parte orientale del paese, recandosi al valico di frontiera con la Tunisia di Oum Tebboul. "La sicurezza della Tunisia è importante per l'Algeria: faremo di tutto per aiutare i fratelli tunisini ad affrontare la minaccia del terrorismo", ha detto il ministro. I due paesi hanno lanciato un’operazione militare congiunta per individuare i membri del gruppo terroristico responsabile dell’attentato contro una pattuglia della Guardia nazionale a Ghardimaou, nel dipartimento di Jendouba, vicino al confine algerino. L’operazione ha preso il via lungo la frontiera tra i due paesi, esattamente nelle zone che separano il dipartimento tunisino di Jendouba e i dipartimenti algerini di Taref e Souk Ahras.

Oggi la Tunisia si sta lentamente riprendendo e le prenotazioni dei turisti stanno tornando ai livelli pre-crisi. Il tasso di crescita economica ha raggiunto un livello del 3 per cento nel secondo trimestre del 2018. Un risultato che si basa principalmente sul miglioramento delle attività produttive, sulla ripresa del settore del turismo e sul rilancio delle attività estrattive, in particolare dei fosfati. Il paese, tuttavia, resta fortemente dipendente dagli aiuti stranieri. Non a caso, infatti, il commissario europeo per la Politica europea di vicinato e allargamento, Johannes Hahn, si trova oggi in Tunisia alla guida di una delegazione “senza precedenti” con otto istituzioni di sviluppo finanziario: dell'Agenzia francese per lo sviluppo, Banca africana di sviluppo, Banca europea per gli investimenti, Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, Fondo monetario internazionale, Kreditanstalt fur Wiederaufbau e International Finance Corporation.

Solo ieri, 11 luglio, il ministro tunisino dello Sviluppo, degli investimenti e della Cooperazione internazionale, Zied Ladhari, e il vice presidente della Banca mondiale, Farid Belhaj, hanno finalizzato due contratti di prestito per un totale di 630 milioni di dollari. Si tratta, in particolare, di 500 milioni di euro per sostenere le riforme chiave in Tunisia volte a promuovere gli investimenti privati e creare opportunità per le piccole imprese, proteggendo al contempo le famiglie vulnerabili e aumentando la sicurezza energetica. Il secondo accordo riguarda invece 130 milioni di euro a sostegno del decentramento e della governance locale: gli squilibri fra le diverse regioni del paese, in particolare tra le ricche zone costiere e le aree dell’entroterra, rappresentano infatti uno dei maggiori problemi strutturali dell’economia tunisina. A questa somma si aggiunge lo sblocco, da parte del Fondo monetario internazionale (Fmi), della quarta da 250 milioni dell’Extended Credit Facility, la linea creditizia del valore complessivo di 3 miliardi di dollari. L’erogazione delle tranche dell’Fmi è stata peraltro raddoppiata: da due si è passati a quattro all’anno. (Tut)

"Desidero rivolgere a tutta la Redazione di Agenzia Nova e a coloro che hanno creduto in questo progetto editoriale, gli auguri da parte della Difesa e delle Forze Armate italiane"

Lorenzo Guerini
Ministro della Difesa
22 luglio 2021


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