Bucarest, 04 mar 2022 15:49 - (Agenzia Nova) - L’associazione umanitaria Fdp, nata dalla collaborazione con la fondazione Avsi, è in prima linea nell’emergenza dei profughi ucraini operando a Siret, Bucarest e nell’area di Galati. Lo spiega la direttrice dell’associazione Fdp, Simona Carobene, in un'intervista ad "Agenzia Nova". “L'associazione Fdp protagonisti nell'educazione, nata dalla collaborazione con la fondazione Avsi, è presente in Romania da 25 anni. La nostra associazione non ha mai avuto a che fare con una emergenza umanitaria di questo tipo, mentre la fondazione Avsi che ci sostiene e ci guida ha una grande esperienza in zone di conflitto: Kosovo, Serbia, Siria, Libano, Iraq, Sud Sudan sono alcuni Paesi in cui Avsi è stata ed è presente”, afferma Carbone. Riguardo l’attuale impegno nell’emergenza esplosa dopo il conflitto in Ucraina, l’operatrice umanitaria evidenzia che l’associazione Fdp sta operando a Siret e Bucarest mentre “andremo anche nella zona di Galati. Siret è uno dei posti di confine più caldi, a nord est del Paese nella regione di Suceava. Galati invece si trova ad Est sul Mar Nero”.
“Stiamo sostenendo – spiega Carobene – alcune realtà locali che stanno accogliendo i rifugiati (sia in transito che stanziali). Sostenere vuol dire nell'immediato aver fornito generi di prima necessità, soprattutto alimentari. In un secondo momento (tra oggi e domani) kit igienici e sanitari. In un caso anche arredi (letti, materassi cuscini). Collaboriamo anche con un campo rifugiati nel comune di Radauti che attualmente ospita 400 persone. In questo caso il bisogno che ci hanno segnalato è stato un po' diverso visto che le persone dormono in tendoni e la temperatura è ancora molto rigida. Qui immediatamente abbiamo portato coperte e calzettoni invernali, nei prossimi giorni vedremo come intervenire. Stiamo lavorando molto in rete con altre associazioni anche per quello che riguarda l'accoglienza, i trasporti (Ucraina-Romania e resto d'Europa), e tutte le questioni legali che non sono semplici. Ci siamo da subito attivati con aziende locali per coinvolgerle nel nostro lavoro non solo con donazioni (che stanno arrivando ma ancora non sono sufficienti) ma anche per servizi (stoccaggio, trasporti etc.)”.
L’operatrice umanitaria indica poi ad “Agenzia Nova” anche alcune cifre sugli arrivi dei profughi ucraini, che tuttavia “variano di ora in ora”. “Ieri – afferma – si stimavano oltre 90 mila persone di cui circa il 40 per cento si fermeranno in Romania mentre gli altri andranno in altri Paesi. In questo momento con la mia associazione stiamo aiutando nella zona di Siret 59+20+12 persone accolte in case e comunità. A Radauti 50 persone nel campo gestito dal comune. A Bucarest 50 persone in transito più 15 persone accolte in una casa famiglia. Quindi in questo momento già stiamo sostenendo oltre 200 persone. Prevediamo nei prossimi giorni di arrivare ad aiutarne almeno 800 ma i numeri sono destinati a salire”. Secondo la direttrice dell’associazione Fdp, “in questo momento sono due le fonti di finanziamento principali. La prima – sottolinea - proviene dalla generosità di tantissime persone italiane che stanno aderendo alla grande campagna di raccolta fondi avviata dalla fondazione Avsi, che ci sta aiutando economicamente e ci fornisce il know how necessario per gestire emergenze di questo tipo. La seconda via è invece qui in Romania. Tante aziende con cui già collaboriamo stanno donando beni oppure aiuti finanziari. In questo momento abbiamo bisogno di tante cose ma non di confusione. Sono benvenuti tutti gli aiuti, anche in termini di volontariato. Per esempio sono utilissimi traduttori in lingua russa/ucraina o autisti.
Condividendo infine alcune esperienze dirette a contatto con i profughi del conflitto in Ucraina, Carbone racconta di aver conosciuto ad esempio “un uomo eccezionale, padre di cinque figli piccoli, arrivato con moglie e figli in Romania. Attualmente – spiega – è accolto in una casa che accoglie rifugiati vicino alla città di Suceava, nel nord della Romania. Avrebbe potuto proseguire il suo viaggio in Germania per raggiungere sua sorella, ma ha deciso di rimanere qui per dare una mano. Quest'uomo conosce bene la lingua romena quindi è una risorsa preziosissima per poter comunicare con altre persone che via via vengono accolte. Parlando con lui, pur non negando la situazione drammatica, si vedeva che vive una letizia di fondo. Ad un certo punto ha detto che per loro il dono più grande è stato il sorriso e l'abbraccio dei fratelli che li hanno accolti. Non ho visto nei suoi occhi nemmeno un briciolo di risentimento e di odio”, conclude. (Rob)
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