Seul, 05 giu 2020 07:28 - (Agenzia Nova) - Una fonte dirigenziale anonima di uno dei chaebol, citata dalla stampa sudcoreana, ammette che i conglomerati industriali sono “preoccupati che il partito di governo possa spingere per l’attuazione di norme sulla libera concorrenza più forti e fare pressione sulle aziende perché migliorino la governance”, una volta superate le priorità contingenti legate all’emergenza sanitaria globale. I chaebol, del resto, non sposano con convinzione neanche la causa dell’opposizione parlamentare conservatrice. L’Ufp ha promesso, in caso di vittoria, di ridurre l’aliquota sul reddito delle imprese con fatturato netto superiore a 300 miliardi di won, portandola dal 25 al 20 per cento. Il partito ha anche promesso di ridurre la tassa di successione, che in Corea del Sud arriva addirittura al 50 per cento, allineandola alla media dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). L’Ufp deva fare però i conti col suo passato: uno dei partiti che l’hanno costituito è la storica formazione conservatrice Saenuri dell’ex presidente Park, condannata per traffici di influenze miliardari con le grandi aziende sudcoreane, Tale scandalo si è concluso con l’incarcerazione di Park, della sua confidente personale, Choi Soon-sil, e di diversi vertici di grandi conglomerati sudcoreani, incluso il vicepresidente di Samsung Electronics, Lee Jae-yong e il presidente di Lotte, Shin Dong-bin. (segue) (Git)
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