COREA DEL NORD

 
 

Corea del Nord: autocarri cinesi attraversano il Ponte dell’Amicizia

Pyongyang, 06 apr 2020 05:58 - (Agenzia Nova) - Gli scambi commerciali attraverso il confine terrestre tra Corea del Nord e Cina sembrano essere ripresi, dopo l’interruzione decretata da Pyongyang alla fine di gennaio in risposta all’epidemia di coronavirus in Cina. Secondo una fonte citata da “Daily NK”, “Autocarri cinesi hanno recentemente attraversato il Ponte dell’Amicizia sino-coreano da Sinuiji a Dandong”. Un breve video pubblicato dal portale d’informazione mostra grandi camion container che attraversano il ponte tra le due città di confine. Gli autisti degli autocarri sarebbero stati posti in quarantena al loro rientro in Cina. In Cina starebbero anche riaprendo gradualmente i ristoranti gestiti da nordcoreani, in risposta a un ordine diretto di Pyongyang.

La Corea del Nord è al momento del tutto immune al coronavirus. Lo ha ribadito la scorsa settimana un funzionario governativo di Pyongyang, a dispetto dello scetticismo montante a livello globale, dove il numero dei contagi ha superato il milione. Il paese dell’Asia Nord-orientale ha isolato i propri confini con la Cina all’inizio dell’emergenza sanitaria, lo scorso gennaio, e imposto rigide misure di contenimento sul territorio nazionale. Pak Myong-su, direttore del dipartimento anti-epidemie del Quartier generale centrale per le emergenze nordcoreane, ha affermato che “ad oggi non una singola persona è stata infettata dal nuovo coronavirus nel nostro paese”. Pak ha ribadito le misure preventive adottate dalle autorità nordcoreane, incluse “le quarantene obbligatorie per tutte le persone in arrivo nel paese e le disinfezioni periodiche delle superfici, la chiusura di tutti i confini e il blocco delle linee aeree e marittime”.

La Corea del Nord ha interrotto il 31 gennaio tutti i collegamenti aerei e ferroviari con la Cina, in risposta all’epidemica causata in quel paese da un nuovo ceppo di coronavirus. A riferire l’iniziativa di Pyongyang è stato l’ambasciatore britannico in quel paese, Colin Crooks, secondo cui la sospensione dei collegamenti tra i due paesi asiatici, attiva dal 31 gennaio, si protrarrà a tempo indefinito. Le autorità della Corea del Nord non hanno ancora confermato ufficialmente alcun caso di infezione da coronavirus nel paese, ma nei giorni scorsi hanno ulteriormente intensificato le misure cautelari, imponendo quarantene e mobilitando la Croce rossa su tutto il territorio nazionale.

Funzionari di governo della Corea del Nord sostengono che il paese possa superare l’emergenza sanitaria del nuovo coronavirus e “sconfiggere la Covid-19” entro la fine di aprile, grazie a misure di isolamento e controllo rigorose. Lo riferiscono fonti citate da “Daily NK”. In Corea del Nord il mese di marzo è dedicato ogni anno all’abbellimento del paese e alla sanitizzazione delle strutture pubbliche, e tali misure avrebbero agevolato il contenimento dell’agente patogeno. “Veicoli per la disinfezione e funzionari equipaggiati con attrezzi per la disinfezione sono presenti ovunque”, ha dichiarato a “Daily NK” una fonte della provincia di Hamgyong Meridionale. “Le autorità centrali hanno aumentato il personale destinato al controllo delle malattie per alleviare gli sforzi di quanti operano già sul campo”, ha aggiunto la fonte, secondo cui i disinfettanti sviluppati da centri ospedalieri a Pechino sono stati distribuiti ad altre aree del paese.

Il mese scorso le autorità sanitarie nordcoreane hanno ammesso di aver posto in isolamento 10mila persone potenzialmente contagiate dal nuovo ceppo di coronavirus, che però sarebbero state successivamente dimesse. La Corea del Nord non ha comunicato alcun caso accertato di contagio da Covid-19 dopo lo scoppio dell’epidemia in Cina, alla fine di dicembre. Pyongyang ha però annunciato misure di prevenzione draconiane, inclusa la chiusura del confine con la Cina, dure misure di contrasto al contrabbando tra i due paesi e rigidi protocolli di quarantena. Secondo i media nordcoreani, 2.420 persone sono state posti in quarantena nelle scorse settimane nella provincia di Pyongan Meridionale, 3mila a Pyongan Settentrionale, 1.500 a Kangwon e 2.630 a Jagang. Il totale supera le 10mila unità, se si includono i circa 380 cittadini stranieri posti in quarantena nella capitale Pyongyang. Il quotidiano ufficiale “Rodong Sinmun” ha riferito che le misure di quarantena stanno per essere revocate per le persone giunge in contatto con cittadini stranieri.

Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha inviato una lettera al presidente sudcoreano, Moon Jae-in, il mese scorso, esprimendo la propria vicinanza a Seul per l’epidemia di coronavirus in corso in quel paese. La missiva è il primo segnale di apertura e dialogo rivolto da Pyongyang alla Corea del Sud da oltre quattro mesi a questa parte. A dare notizia del contatto tra i due leader è stato il segretario per le comunicazioni pubbliche di Moon, Yoon Do-han: il funzionario ha annunciato che Kim “ha inviato un messaggio di conforto al popolo della Corea del Sud, impegnato nella battaglia contro l’epidemia di Covid-19”. Secondo Yoon, nella lettera il leader nordcoreano ha anche condiviso “pensieri e posizioni sinceri” in merito alle relazioni tra le due Coree. La lettera, che segue di pochi giorni l’ultimo test balistico effettuato dalla Corea del Nord, potrebbe segnalare la volontà da parte di Kim di riprendere il confronto diplomatico sulla denuclearizzazione con Stati Uniti e Corea del Nord. Pochi giorni fa, però, la sorella di Kim, Kim Yo-jong, ha paragonato l’ufficio di presidenza sudcoreano a un “cane spaventato” per le critiche mosse da Seul al recente test balistico del Nord.

Le autorità della Corea del Nord hanno ordinato ai funzionario locali di adottare misure tese a limitare il movimento di mendicanti e altri “vagabondi”, dediti talvolta al furto e a forme di microcriminalità. Lo riferisce “Daily NK”. Secondo il portale d’informazione, il capo del Comitato provinciale del Partito comunista nello Hamgyong Settentrionale “ha proposto al governo centrale la conduzione di una indagine per accertare le cause dell’improvviso aumento di minori dai nove ai 18 anni dediti all’accattonaggio e al furto vicino alle stazioni ferroviarie di Chongjin, Onsong, Kyongsong e Kilju”. Il leader nordcoreano, Kim Jong-un, avrebbe accolto la proposta il 20 febbraio, e “ordinato ai funzionari di tutto il paese di prendere provvedimenti”. Il governo intende anzitutto raccogliere dati statistici in merito all’entità del fenomeno, su cui basare poi i provvedimenti destinati a contrastare il “vagabondaggio”. Non è chiaro se le misure siano parte degli sforzi di Pyongyang tesi a prevenire la diffusione del nuovo ceppo di coronavirus nel paese.

L’isolamento auto-imposto cui la Corea del Nord è ricorsa in risposta alla propagazione del nuovo ceppo di coronavirus in Cina è l’unica misura in grado di proteggere il paese, dato lo stato disastroso del suo sistema sanitario. E’ quanto affermano esperti citati dalla stampa sudcoreana, che ricorda come Pyongyang abbia sigillato il confine con la Cina per arginare l’ingresso del virus, nonostante Pechino rappresenti la fonte primaria di commercio e aiuti del Nord. Pyongang ha sospeso i voli e i servizi ferroviari con la Cina, bloccato gli ingressi di turisti e imposto una quarantena di 30 giorni a tutti gli stranieri stranieri. Le autorità nordcoreane insistono che la situazione è sotto controllo: il quotidiano ufficiale “Rodong Sinmun” ha ribadito che “fortunatamente, la nuova infezione da coronavirus non è ancora entrata nel paese”.

L’infrastruttura sanitaria nordcoreana, gravata dal duro regime sanzionatorio internazionale imposto a quel paese, è fragile e disomogenea, e sconta l’inconsistenza delle forniture di energia elettrica e acqua potabile, oltre alla carenza di farmaci. Secondo Choi Jung-hun, ex medico nordcoreano fuggito in Corea del Sud nel 2012, “se si verificasse un’epidemia, il sistema nordcoreano non avrebbe speranze”. Secondo l’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari, la Corea del Nord sconta una carenza di “medicinali essenziali, reagenti di laboratorio e strumenti diagnostici, medici e terapeutici per gli interventi sanitari critici ed emergenziali”.

La Polizia della Corea del Nord ha varato un decreto che minaccia i contrabbandieri di pene severissime, inclusa la morte, in risposta al pericolo posto dall’epidemia di coronavirus originata in Cina. Lo riferisce “Radio Free Asia”, che cita fonti locali secondo cui le comunità di confine reputano il provvedimento assurdo, essendo il contrabbando la loro principale fonte di sussistenza. “Le autorità stanno tentando in tutti i modi di prevenire la diffusione del nuovo coronavirs, ed hanno emesso pertanto un decreto a nome della polizia, che minaccia di punizioni durissime chi viola gli sforzi di quarantena nazionali”, ha dichiarato a “Rfa” un residente della provincia di Ryanggang. Stando alle fonti, il decreto avverte che i contrabbandieri verranno accusati di “tradimento nazionale”, e rischiano di finire di fronte a un plotone d’esecuzione.

Il dipartimento di Stato Usa ha sollecitato gli Stati Uniti e le organizzazioni umanitarie internazionali a sostenere la Corea del Nord nel contenimento dell’epidemia di coronavirus originata in Cina, citando “gravi preoccupazioni in merito alla vulnerabilità” del sistema sanitario nordcoreano a fronte della progressiva avanzata del virus. “Sosteniamo e incoraggiamo con forza gli Stati Uniti e le organizzazioni umanitarie internazionali affinché contrastino e contengano la diffusione del coronavirus” in Corea del Nord, ha dichiarato la portavoce del dipartimento di Stato Usa, Morgan Ortagus. “Gli Stati Uniti sono pronti e preparati ad agevolare l’approvazione dell’assistenza da parte di queste organizzazioni”. (Git)
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